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Storia

Articoli di questa rubrica


E con l’invasione piemontese le condizioni peggiorarono

L’economia del Regno Siculo-Partenopeo tra il declino mediterraneo e la rivoluzione liberale (Storia)

di Fara Misuraca e Alfonso Grasso (da portaledelsud.org)
martedì 5 ottobre 2010

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Garibaldi: avventuriero generoso ma poco accorto e di scarse vedute

L’Unità d’Italia vista da Sud: un’annessione senza dichiarazione di guerra? (Storia)

di Giuseppe Chiellino - Il Sole 24Ore 31-8-2010
venerdì 3 settembre 2010
Garibaldi? "Un ingenuo avventuriero pronto a correre dove c’è da menare la spada". Cavour? "Un ’figlio di papà col vizio del gioco d’azzardo, che sperpera parte del patrimonio paterno in fallimentari avventure imprenditoriali e viene messo a capo del governo del regno sabaudo dai banchieri inglesi (...)


La storia di John Martin da Sala Consilina (SA), Garibaldi, Nievo e le ruberie al Sud

Il trombettiere di Custer (Storia)

di Paolo Rumiz, La Repubblica 26 agosto 2010
sabato 28 agosto 2010

"C’erano ladri intorno a Garibaldi, una miriade."... "Non abbiamo avuto mai pi? un premier simile [Cavour]. Fu l’unico a ragionare in grande. Per fare l’Italia il piccolo Piemonte mand? in Crimea 15 mila uomini, pi? di tutti i soldati italiani di oggi in missione all’estero. Non le pare che basti?"...

ergo, per essere grandi bisogna servire interessi altrui... non per niente l’Italia (ma non il Sud) ? da sempre il paese dei Machiavelli... (machiavelli da quattro soldi, ma sempre machiavelli)...

ovviamente ? il meglio che possiamo presentare...

Segue un racconto su John Martin di Raffaele Stasio da La Repubblica - Napoli 28-8-10.



Controversie storiche e fiere di Parigi del 1855 e 1856

Le Due Sicilie terza potenza industriale d’Europa nel 1860? (Storia)

Nota con commento di Gennaro De Crescenzo
giovedì 19 agosto 2010
Diversi autori meridionalisti hanno riportato nei loro libri, come fatto incontrovertibile, che le Due Sicilie guadagnarono il terzo posto in Europa come potenza industriale, all’Esposizione Universale di Parigi del 1856.
Questa citazione pare sia stata originariamente ripresa da alcuni testi come per es. Domenico Capecelatro Gaudioso "1860 - Crollo di Napoli capitale", Ateneo, Roma, 1972, p. 188: "Alla Mostra Industriale di Parigi, nel 1856, il Regno di Napoli venne premiato e classificato primo in Italia e terzo d’Europa", e forse qualche altro. Purtroppo il libro in questione non è piú in stampa e non si è potuto verificare la citazione. Piú recentemente si è fatto riferimento a fonti presenti nell’archivio di Stato di Napoli (Archivio di Stato di Napoli, Fondo Ministero Agricoltura Industria e Commercio, fascio 246) che però in effetti non confermerebbero affatto tale fantomatico "terzo posto".
La cosa non è di secondaria importanza dal momento che non si può pretendere la verità storica e nello stesso tempo essere imprecisi (per usare un eufemismo) su altri fatti quando invece ci conviene.

A tale proposito Roberto Della Rocca e Andrea Casiere sono andati a leggersi cosa effettivamente è scritto nel fascio 246 dell’Archivio di Napoli e hanno riportato quanto riscontrato in una nota su facebook dalla quale citiamo liberamente qui di seguito. Bisogna aggiungere che il resoconto della Fiera di Parigi del 1855 (la data effettiva, anche se si è sempre indicato il 1856) cita anche un primo premio per l’industria dei coralli napoletana. Resta peraltro il fatto che le Due Sicilie (come Stato) non risultano incluse nell’elenco degli Stati partecipanti.

Pare però che ci siano altri documenti che comproverebbero il terzo posto delle Due Sicilie, i riferimenti però, per ora non sono noti, dovessere concretizzarsi ve ne daremo conto in una nota o, se necessario, in un prossimo articolo.

Seguono alcuni commenti in proposito di Gennaro De Crescenzo (Presidente del Movimento Neoborbonico)



L?Italia? E? un carciofo di cui i Savoia mangeranno una foglia alla volta

Pulizia etnica piemontese nelle Due Sicilie (Storia)

di Antonio Pagano
martedì 27 luglio 2010

L’articolo ? stato ripreso dal sito "Thule Italia", divertente il commento dove dice "Riteniamo che solo attraverso una seria analisi della nostra storia nazionale (anche pubblicando delle provocazioni come l?articolo qui di seguito) si possa giungere ad una serena valutazione di ci? che unisce e quanto divide quel popolo che ancora non ? stato fatto. Un tentativo fu onestamente compiuto dal Fascismo ma per la sua breve durata non ha potuto sortire gli effetti desiderati lasciando un popolo nuovamente in balia degli invasori." Divertente perch? il regime fascista ? durato per pi? di un ventennio, evidentemente troppo poco per il tentativo indicato (e per? apparentemente sufficienti per le guerre coloniali e mondiale, gli assassinii politici, la repressione, la censura, le leggi razziali, etc. etc.).



Fautori dell’unità ma subirono poi lo stesso destino delle popolazioni meridionali, l’emigrazione in massa

Gli arbëreshe e l’Unità d’Italia: mito e realtà (Storia)

Il collegio italo-albanese di S. Adriano
giovedì 15 luglio 2010 di duesicilie

Un recente articolo sul Quotidiano della Calabria tratta del contributo degli arbëreshe (italo-albanesi) all’Unità d’Italia, contributo che spesso viene rappresentato come monolitico a favore dell’unità (come per l’appunto nell’articolo citato), mentre nella realtà in ambito arbëresh erano presenti le stesse divisioni presenti nelle popolazioni meridionali dell’epoca. Ne approfittiamo per riproporre un nostro commento ad un libro di Domenico Cassiano in due volumi che tratta proprio del Collegio italo-albanese di S. Adriano (C. Marco Editore, 1999).
L’articolo del Quotidiano della Calabria citato può essere raggiunto grazie al link riportato (o come file pdf qui allegato).



Gli intrighi pi? devastanti ed insidiosi sono nati nei santuari del potere politico-economico di Roma e Milano e non certo a Palermo

Mafia, Camorra e ’Ndrangheta, i pi? riusciti prodotti dell’Unit? Nazionale (Storia)

Link al sito di Forum
venerdì 2 luglio 2010

"Risorgimento, sistema Parlamentare e Stato fortemente centralistico hanno definitivamente dirottato l?evoluzione storico-sociale delle Regioni del Mezzogiorno verso il modello deteriore e sottosviluppato che conosciamo. Non solo il Meridione era dotato di maggior ricchezza e mezzi produttivi poi inesorabilmente liquidati, ma con l?Unit? Nazionale cambi? profondamente il rapporto del cittadino con le Istituzioni dello Stato."

Con queste parole comincia l’interessante articolo dal numero di giugno di Forum, che ci trova concordi su molte cose, eccetto per? l? dove vuole apparentemente collegare il brigantaggio post-unitario allo sviluppo delle mafie, cosa che ci sembra errata. Tra l’altro ? peculiare (ed errato) l’uso della parola "inciucio" utilizzato nell’articolo per indicare un accordo, infatti inciucio in napoletano significa pettegolezzo.
In ogni caso ? innegabile che mafia, camorra e ndrangheta siano prodotti dell’unit?... del resto la cosa ? logica, i simili si associano, e il peggio del sud si associ? con il meglio del nord, i "patrioti rivoluzionari".

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Clamorosa dichiarazione a Porta a Porta

Anita Garibaldi: "mio nonno ha combattuto con i briganti" (Storia)

A causa dello sfruttamento del meridione
sabato 5 giugno 2010 di Valerio Rizzo
Lo stesso Giuseppe Garibaldi afferm?, in una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868, ?Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ci? non rifarei oggi la via dell?Italia Meridionale, temendo di esser preso a sassate, essendo col? cagionato solo squallore e suscitato solo odio?.


La regione ideata dal Minghetti nel 1861 (Storia)

Sulla proposta di legge del 1861 al Parlamento col titolo repartizione del regno
lunedì 17 maggio 2010 di Valerio Rizzo
Regione in Italia! Veramente l’ora del tempo non parrebbe propizia a quelli che adesso da un lato odono discorrere di risurrezione dello stato di Milano, e sentono dall’ altro il rombo d’un’altra campana, evoluzione e rivoluzione, per il doloroso parto vaticinato da Marx, che segner? la fine della (...)


I garibaldini (settentrionali) definiti "I vigliacchi di Harpers Ferry"

Meridionali e garibaldini si combatterono anche in America (Storia)

Quando si combatteva sul serio era un’altra storia...
sabato 15 maggio 2010
dal sito "La Veja": I Borbonici e i garibaldini si combatterono anche in America Come spiegato nel n. 50 de L’Alfiere, soldati delle Due Sicilie, non pochi dei quali fatti prigionieri in occasione della battaglia del Volturno, furono arruolati in diverse unità dell’esercito confederato (...)


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