Una testa di Garibaldi dello scultore Giuseppe Spertini mozzata e messa nel bagno, la statua di Vittorio Emanuele su un piedistallo fatta cadere sulla prima rampa: una notte di occupazione del Comune
All’esterno di Palazza Farnese, del Comune di Castellammare, una montagna di carte: sono delibere, determine, atti amministrativi messi lí e accantonati dalla rabbia degli operai Fincatieri. Arrivano fino a vico Sant’Anna. Salendo la prima rampa la statua di Vittorio Emanuele III che stava su un piedistallo fatta rotolare, al primo piano la porta sfondata, i vetri rotti: alla statua di Garibaldi dello scultore Giovanni Spertini, acquistata, dopo l’Unità d’Italia, gli è stata mozzata la testa, e poi è stata portata in un bagno e infilata nel water. Sono solo alcune delle immagini dopo la notte di occupazione del Comune degli operai Fincantieri. Rabbia, disperazione, segni della rivolta di chi non vuole perdere un posto di lavoro. Nell’aula consiliare le sedie rotte, suppellettili buttate giú dalle finestre, bacheche dell’albo pretorio in frantumi.
Non sono bastati 150 anni di vergognosa e proditoria opera di declassazione, di commesse scientificamente non concesse dall’unità d’Italia in poi, con un ruolo volutamente subalterno dato alla cantieristica meridionale per mortificare quello che era un vanto industriale per il Sud.
Non è bastato costruire un’operazione che portasse l’Ansaldo e la cantieristica del Nord a primeggiare rispetto ai gloriosi Cantieri di Castellammare.
Il tutto doveva portare ad un epilogo che decretasse la morte di qualcosa che era per puro miracolo resistesse ancora. E chi poteva attuarlo? Quando poteva succedere (...)