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La rivolta dei forconi

In Sicilia nessuna rivoluzione. Ecco chi c’è dietro

di Giovanni Giannone - da Agora Vox - 18.01.2012
mercoledì 18 gennaio 2012

Riportiamo un’opinione critica sulla "Rivolta dei Forconi" siciliana, non condividiamo tutto (per esempio dire che il governo Monti non abbia alcuna responsabilità sembra un po’ una forzatura), anche il fatto che le TV non ne parlino sembra in contrasto con l’idea che dietro alla protesta ci siano le stesse forze che sono state al governo prima di Monti...

In Sicilia nessuna rivoluzione. Ecco chi c’è dietro

di Giovanni Giannone - da Agora Vox - 18.01.2012

Cosa sta accadendo in Sicilia? E' l'inizio di una rivoluzione? C'è di mezzo la politica?

Queste domande si rincorrono, soprattutto in rete, in questi giorni, mentre la Rai parla pochissimo delle vicende siciliane. Bisogna dire che la rete oggi è l'unico luogo di dibattito libero, dove si possono ascoltare certamente anche voci interessate, ma tantissime voci del tutto spontanee prive di secondi fini.

In TV invece, restando ai media di massa, le voci sono solo quelle interessate, e le voci contro se ci sono, servono da spunto e poi vengono comunque incanalate nella direzione che vuole il conduttore. Basta guardare qualche puntata di "Porta a Porta" per rendersene conto.

Sulla vicenda siciliana trovo assolutamente scorretto il comportamento della televisione pubblica, che nei giorni in cui ci invita a pagare il canone, si sottrae ancora una volta, ed è accaduto purtroppo fin troppo spesso in questi ultimi anni, al suo dovere primo e più elementare, di informare, e dar voce a così tanta gente che protesta.

E sono forse centinaia di migliaia le persone appartenenti a svariati settori produttivi, ma anche studenti, disoccupati, che stanno riempiendo le strade di tantissimi centri isolani, piccoli e grandi, con camion, mezzi agricoli, macchine, cortei, e stanno sostanzialmente attuando un presidio senza soluzione di continuità, spesso invitando anche, al momento con le buone, molti esercenti ad abbassare le saracinesche. Finora, salvo piccoli episodi di violenza isolati, tutto si è svolto in modo pacifico.

Protestano anzitutto gli autotrasportatori, che stanno aderendo in maniera quasi totale, e richiamano l'attenzione sulla insostenibilità dei costi, con la recente aggravante del prezzo del carburante, (se consideriamo che poco più di un anno fa il gasolio costava intorno a €1,25 e oggi supera €1,7 siamo a un aumento quasi del 40%, spaventoso).

Protestano gli agricoltori, anch'essi troppo penalizzati dal costo del carburante e soffocati dal continuo deprezzamento dei prodotti, (nel settore agricoltura si può tranquillamente parlare di "cartello alla luce del sole", fra i grossisti della filiera di commercializzazione, che tengono bassi i prezzi costringendo i produttori a vendere o altrimenti a buttare i prodottti, vista la deperibilità).

A questa asse portante si aggiungono i pescatori, poi tantissime persone di ogni settore produttivo, che hanno spontaneamente aderito, anche a "lavori già iniziati". A muovere così tanta gente è la disperazione, certamente. In rete già si parla di una rivoluzione che parte dalla Sicilia. Fra l'altro proprio oggi arriva la notizia di pesantissime proteste in Romania. Sembrano folate di un vento nuovo che si sta levando.

Della Romania non so dir nulla, ma della Sicilia, dove vivo, posso assicurare che se rivoluzione dovesse diventare, certamente non "s'è fatto apposta". Ragioniamo sui fatti: la Sicilia è stata forse la Regione che, elettoralmente parlando, ha più di tutte contribuito al successo della coalizione di centrodestra che per otto anni su dieci, capeggiata da Berlusconi, ha governato il Paese dal 2001 in poi.

E quindi la Sicilia ha sostenuto e votato la coalizione che, sempre restando ai fatti, è responsabile politica dell'odierno disastro. Aggiungiamo che negli stessi dieci anni, fino al 2010, la stessa coalizione ha governato ininterrottamente anche a livello regionale. Anche la stragrande maggioranza degli odierni manifestanti, specie appunto agricoltori e autotrasportatori è stata, per convenienza o inconsapevolezza, per dieci anni sostenitrice e ammiratrice, sfegatata a volte, di Berlusconi, cioè del "principe del disastro".

E comunque, tutti o quasi, alimentatori e poi vittime, del sistema clientelare che in Sicilia regna sovrano e incontrastato e che sostanzialmente per tutto il dopoguerra, è stata la più grossa palla al piede per lo sviluppo prima socio-culturale e poi economico della Regione. Cioè, per chiarezza, quasi tutti quelli che oggi protestano e che respingono pubbliche presenze di politici, domani, come ieri, accetteranno in privato il favore di un deputato qualsiasi che promette a ognuno la soluzione del caso singolo.

E la causa comune va, come sempre a farsi benedire. E' così che in Sicilia molti politici gestiscono e tengono diviso (oltre che in pugno) l'elettorato. Col meccanismo perverso della richiesta e promessa di favori personali. Ancora, molti di quelli che oggi manifestano, hanno votato Salvatore Cuffaro alla presidenza della Regione anziché Rita Borsellino, lei onestissima sorella del Magistrato, e lui, Cuffaro, già allora sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, e prossimo alla condanna; infatti fu poi condannato a 7 anni e attualmente è detenuto.

Quasi tutti i coordinatori di questa manifestazione sono ex attivisti o sostenitori del centro-destra, qualcuno sotto mentite spoglie, qualcun altro che spera nella memoria corta della gente. Io parlo sempre con cognizione di causa, perciò se serve qualche nome e anche qualche cognome, lo possiamo fare. Di questa manifestazione si vociferava da più di un anno, perché parte solo ora?

Da alcuni anni alla Regione governa un Presidente (Raffaele Lombardo, autonomista), eletto col sostegno del PDL, che ora fa opposizione, mentre Lombardo è sostenuto da una salsa mista che comprende il PD. Più o meno col passaggio del PDL all'opposizione, coincide la nascita dei "Forconi", il movimento promotore di questa protesta. Ma, nonostante il malessere strisciasse già da tanto tempo, tutto è rimasto fermo finché a Roma ha regnato Berlusconi. E subito dopo si è detto: ora si può fare.

Il paradosso è che si protesta contro il governo Monti, (insediatosi da due mesi, e che quindi nessuna colpa può avere) e che a protestare sono, in gran parte, i sostenitori del governo che ci ha portato alla disperazione. 

Questa protesta oggi è fuori luogo. Perché non è stata fatta sei mesi fa? Se si voleva protestare contro i colpevoli del saccheggio bisognava farlo mentre i colpevoli erano in carica. Mi si obietterà che non c'è nessun calcolo e la si fa ora perché ora siamo disperati.

Rispondo che se ne parla già da qualche mese ed è tutto preordinato. E che la disperazione è uguale a quella di un anno fa e anche di due anni fa. Se alcuni vedono negli eventi siciliani germi di rivoluzione e altri credono che la politica ne sia fuori, hanno il mio rispetto, ma non mi trovano d'accordo. 

Forse non c'entra direttamente Berlusconi, ma anche a Palermo di certo ci sono pezzi da novanta PDL, o ex PDL, o presunti tali, capaci di ispirare e orchestrare una simile protesta, facendo sagacemente leva sulla disperazione e buona fede di tanta gente. Per non dire che la protesta è sostenuta anche da Scilipoti col suo movimento, pensate un po'!

E' curioso che dopo aver invocato per anni una discontinuità, si attua una protesta del genere proprio quando comincia la discontinuità. E' vero. Ufficialmente la politica è fuori da questa grande protesta, e probabilmente ne è fuori anche il partito Forza Nuova, che forse ha cercato di infilarsi in mezzo per avere visibilità, ma se si va a guardare i coordinatori, si capisce anche per conto di chi agiscono, e ci si accorge che la realtà non coincide con le apparenze.

Perciò pur vivendo in Sicilia, e avendo anch'io le mie validissime ragioni per potestare, posso dire che questa manifestazione non mi entusiasma per niente e non scalda neanche un po' il mio cuore di uomo di sinistra. Non c'è nessun nuovo che avanza. Piuttosto possiamo dire "a volte ritornano".


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