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Articoli di questa rubrica


A ragion veduta - Il mondo visto dall’UAAR

Compagni (del profeta) che sbagliano (Mondo)

di Valentino Salvatore
martedì 20 gennaio 2015

L’attentato a Charlie Hebdo, ha detto bene Michel Onfray, è il “nostro 11 settembre“. Ha colpito un piccolo giornale laico e libertario, dichiaratamente ateo, scomodo e provocatorio, noto per satira verso tutto e tutti. Anche verso la religione, anche sfidando l’islam e rappresentando il profeta Maometto. Cosa vietata dalla dottrina e inaccettabile per un gruppo di estremisti, che ha deciso di massacrare i giornalisti. Dopo anni di denunce per blasfemia, minacce, insulti e accuse di razzismo, vandalismo, la redazione data alle fiamme.



La rivoluzione del gelsomino arriva in Egitto

Egitto, rivolta anti Mubarak: decine di migliaia in piazza, tre morti (Mondo)

Dal sito de Il Fatto Quotidiano - 25.1.2011
mercoledì 26 gennaio 2011
Giornata di mobilitazione al Cairo contro il governo, sul modello della ‘rivoluzione del gelsomino’ tunisina. Nel centro della città egiziana sono scoppiati incidenti tra polizia e manifestanti. Per i servizi di sicurezza sono 15.000 le persone scese in piazza, 25.000 per gli organizzatori. (...)


Ancora dimostrazioni in Tunisia

Centinaia di persone sfidano coprifuoco nella capitale. Continuano le proteste antigovernative (Mondo)

da DailyBlog
domenica 23 gennaio 2011
Tunisi, 23 gen. (TMNews) – Un migliaio di manifestanti arrivati dal centro della Tunisia e che reclama le dimissioni del governo di transizione tunisino è arrivato questa mattina nel centro di Tunisi. “Il popolo arriva a far cadere il governo”, hanno sottolineato i manifestanti, fra i quali (...)


Tunisia

Violenze e saccheggi, tre morti - Accoltellato e ucciso nipote Ben Ali (Mondo)

da La Repubblica 16.1.11
domenica 16 gennaio 2011
Nostro commento: Una lezione di civiltà dalla Tunisia dove esistono ancora uomini e donne disposti a sacrificarsi per la libertà e la dignità. Il contrario esatto dell’Italia dove si tollera un ras corrotto e corruttore (anche di minorenni).
Un regime (sostenuto da Italia e Francia) che sembrava incrollabile è caduto, il popolo ha cacciato la corte mafiosa di ladri e profittatori e il fatto che sia accaduto dopo la prima insurrezione popolare fa ben comprendere l’ottusità della politica europea che vorrebbe tutti i paesi arabi intrappolati nella tenaglia terrorismo islamista-regimi tirannici e corrotti. Non è vero che l’unico baluardo contro l’estremismo musulmano è l’alleanza con regimi tirannici e corrotti. Bisogna invece incoraggiare le istanze di democrazia e libertà ovunque presenti nel mondo arabo. La speranza ovviamente è quella di una Tunisia laica e democratica, non è impossibile.


Il paese nel caos

Il presidente tunisino lascia il paese; il primo ministro prende il potere (Mondo)

Associated Press - dal sito del Jerusalem Post 14.1.11
venerdì 14 gennaio 2011

AP (ore 19:16 CET) Nostra traduzione.



Tunisia

I rivoltosi tunisini sopraffanno la polizia nei pressi della capitale (Mondo)

di David D. Kirkpatrick - New York Times 13.1.11
giovedì 13 gennaio 2011

Rivolta contro la disoccupazione e la mancanza di prospettive, una situazione che potrebbe non essere dissimile da ciò che avverrà a breve nell’Italia del Sud (Nostra traduzione di un articolo del New York Times).



IL disastro ambientale nel Golfo del Messico

Marea nerissima (Mondo)

da L’Espresso del 2 luglio 2010 - di Naomi Klein
domenica 18 luglio 2010

Mentre in Basilicata si trivella a tutto spiano (in Val d?Agri ci sono 55 pozzi in produzione) nel Golfo del Messico ci si rende conto che le tecnologie utilizzate non erano affatto sicure e ci si prepara (se mai possibile) ad uno dei peggiori disastri ambientali mai avvenuto. La BP era cos? sicura che niente potesse andare storto che non aveva nemmeno un piano di emergenza, infatti nel progetto originario di esplorazione presentato al governo federale per l’infausto pozzo Deepwater Horizon l’espressione ’scarsi rischi’ vi compare ben cinque volte. In Val d?Agri per? non siamo in mare aperto e le estrazioni vengono effettuate in una zona ricca di sorgenti, boschi, instabile per frane e soprattutto abitata. Oltre il 70 per cento del territorio lucano ? gravato da permessi di ricerca e concessioni. ? possibile immaginare che in realt? neanche in questo caso i rischi siano stati valutati correttamente? Enrico Mattei nel 1958 considerava un insulto il 15% di royalties che le sette sorelle versavano ai paesi produttori. La Basilicata incassa molto meno del 15 per cento e, come se non bastasse, per ammissione dello stesso Presidente della Giunta regionale, i monitoraggi ambientali e gli studi epidemiologici fino ad oggi sono stati decisamente carenti, volendo usare un eufemismo. E la Basilicata ? in controtendenza rispetto all’andamento nazionale circa l’incidenza dei tumori (mentre in Lombardia e Puglia, regioni certo pi? industrializzate per es. diminuiscono, in Basilicata continuano ad aumentare). Per maggiori informazioni si veda La Basilicata avvelenata dalla Malapolitica.

"Trivellare senza preoccupazioni ? una prassi che rientra a tutti gli effetti nelle consuetudini politiche del partito repubblicano dal maggio 2008", dice l’articolo di Klein, e continua: "il principio di precauzione sostiene che quando un’attivit? presenta il rischio di poter arrecare danni all’ambiente o alla salute umana, si deve procedere con grande attenzione, come se l’insuccesso fosse possibile, addirittura probabile." Non credo che qui in Basilicata le cose vadano in maniera molto diversa.



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