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Al solito vantaggi per gli "amici degli amici"

La casta dell’acqua

dal blog di Beppe grillo
venerdì 23 luglio 2010

Tremorti, il ministro dello Scudo Fiscale, dei condoni, e del federalismo fecale, quello che ruba ai morti attraverso il prelievo dei conti dormienti dei nostri immigrati e dei parenti defunti, questo signore, anzi signorino, ha detto oggi le sue stronzate quotidiane, questa volta sul referendum per l?acqua pubblica.
Prima stronzata: ?Il referendum ? falso come contenuto ideologico, non ? cristallino come l’acqua?
Seconda stronzata: L’acqua appartiene al popolo e dunque i presupposti su cui sono state raccolte oltre un milione di firme per i referendum abrogativo della legge sono "falsi?.
Terza stronzata: La direttiva ? applicazione di un trattato. Sulla materia dei trattati non ci pu? essere referendum abrogativo
Il referendum non ha alcun contenuto ideologico, ma soltanto sociale. La propriet? e la gestione dell?acqua devono rimanere in mano pubblica, non affidate alle multinazionali che operano esclusivamente a scopo di lucro assistite dai partiti. I trattati di cui ciancia Tremorti (quali trattati?) non hanno impedito al sindaco di Parigi, lo scorso gennaio di far tornare pubblica la gestione dell?acqua con un risparmio di decine di milioni di euro.
Il referendum si far? e gli italiani ritorneranno padroni dell?acqua, Tremorti e il comitato trasversale?Acqualiberatutti? Pdl/Pdmenoelle lo dicano ai loro referenti.

Intervista a Giuseppe Marino

Salve, sono Giuseppe Marino, sono un giornalista e sono autore di un libro che si chiama ?La casta dell?acqua? edizione Nuovi Mondi e che racconta la situazione delle risorse idriche in Italia. Di come vengono gestite, purtroppo assai male, e di alcune vicende recenti ma che affondano le radici all?inizio degli anni 90 che hanno visto anche una larga partecipazione popolare, un grande interesse riguardo a questo tema dell?acqua che si ? cos? riacceso in occasione anche soprattutto della raccolta firme per il referendum per l?abolizione del Decreto Ronchi che apre la gestione dell?acqua al mercato.

L’acqua in Italia non ? un settore trasparente
Mi sono interessato a questa questione dell?acqua principalmente perch? aveva due caratteristiche che la rendono interessante per un giornalista: in primo luogo l?acqua per essendo il liquido pi? trasparente ? comunque prigioniera di molti luoghi comuni opachi; in secondo luogo ho incontrato delle storie molto interessanti da raccontare e che ho cercato di riassumere nel libro. "La Casta dell?acqua", perch? il titolo? Innanzitutto perch? ho scoperto che l?acqua ? prigioniera di una vera e propria casta che ? politico ? economica. l?Italia ? l?unico paese in cui l?acqua ? di destra o di sinistra. Le gestioni dell?acqua sono state riorganizzate a partire dal 1994 con una norma, la cosiddetta Legge Galli, il cui intento era di riordinare il settore, innanzitutto cercando di renderlo a gestione industriale, cercando di fare s? che la tariffa pagata dai cittadini ripagasse il consumo dell?acqua, gli investimenti, la sua gestione. Fino a quel momento la gestione era invece cos? detta in economia: i comuni provvedevano in proprio, con i propri mezzi, questo faceva s? che le risorse per realizzare nuovi acquedotti fossero molto scarse, bisognava richiedere continuamente fondi allo Stato e quindi tutto dipendeva ovviamente dalle volont? politiche del momento.
Alla fine del 1993, un parlamentare democristiano Giancarlo Galli, riesce a portare in porto questa riforma che diminuisce il numero delle societ? di gestione degli acquedotti che allora erano oltre le 10 mila, a quelle che sono adesso: poco pi? di un centinaio. Questo risultato ? ottenuto dividendo il territorio italiano in 91 circoscrizioni e in ciascuna di queste, che vengono chiamate ATO (ambiti territoriali ottimali) erano i comuni che dovevano associarsi, costituire cio? delle autorit? che controllassero il modo in cui veniva gestita l?acqua e individuare un unico gestore che per tutto l?ambito si occupasse di portare l?acqua ai cittadini e fare tutti gli investimenti necessari, tra l?altro accorpando in un?unica gestione sia l?erogazione dell?acqua, l?acqua che arriva al nostro rubinetto, sia anche la depurazione e la fognatura. Una rivoluzione che sicuramente modernizzava o perlomeno aveva l?intenzione di modernizzare il settore.
Fin dall’inizio era una rivoluzione tradita perch? questi ATO non vennero suddivisi come era nella volont? dell?ideatore della Legge Galli in base a bacini idrografici. Se tutti beviamo dallo stesso fiume o dalla stessa fonte sarebbe logico che ci mettessimo insieme tutti quelli che si approvvigionano una stessa fonte per avere un unico gestore. Invece la suddivisione del territorio viene fatta secondo la logica amministrativa, secondo pi? o meno le province che per? ? anche - guarda caso - la ripartizione dei partiti politici. Infatti poi i gestori vennero individuati in gran parte in casa; quelli che vengono messi cosiddetti sul mercato, guarda caso, hanno invece una colorazione politica che spesso risponde a quella della maggioranza dei comuni che gravano nello stesso territorio.

La malgestione dell’acqua da parte della politica
La situazione attuale quindi necessita sicuramente di un cambiamento, perch? attorno all?acqua poi sono proliferati decine di consigli di amministrazione, in cui sono presenti politici che dovrebbero essere controllati da altri politici dello stesso partito. Queste autorit? che insistono su ciascuno di questi ambiti alla fine sono compagni di partito dei consiglieri di amministrazione che hanno nominato all?interno delle societ? di gestione. Ne risulta ovviamente un grave conflitto di interessi che ha fatto s? che ci fosse un aumento delle bollette in 10 anni, superiore al doppio del tasso di inflazione. Gli investimenti quindi nel momento in cui le tariffe sono aumentate, sono invece fermi a circa la met? di quello che era stato promesso da queste aziende di gestione, nelle quali c?? s? una presenza di aziende private come soci, ma nel 95%% dei casi, il controllo delle societ?, almeno sulla carta resta comunque in mano alla componente politica. Il Decreto Ronchi si propone di aprire al mercato, quindi di portare una maggiore partecipazione di aziende private, questo almeno personalmente non lo ritengo necessariamente un male, perch? si parla non di privatizzare l?acqua ma di privatizzare la gestione dell?acqua, come l?acqua arriva dalla fonte fino al nostro rubinetto, qual ? il problema? Che nelle condizioni attuali, con le regole che ci sono adesso, con la mancanza di autorit? di controllo veramente indipendenti e con questa influenza che ha attualmente la politica in situazioni di conflitto di interesse, dare questa gestione in mano a aziende private rischia di portarci a ripetere vicende di privatizzazioni come sono state per esempio quelle delle autostrade, che certamente non sono andate almeno finora a vantaggio dell?interesse dei cittadini.
Si tratta quindi evidentemente di fare scelte diverse, un movimento popolare in questo momento che sta raccogliendo delle firme per un referendum, movimento che secondo me dovrebbe soprattutto puntare a concretizzare meglio un?alternativa, a proporre un?alternativa fattibile per la gestione dell?acqua. La proposta di questo movimento ? certamente interessante perch? punta a coinvolgere maggiormente e pi? direttamente i cittadini nella gestione della loro acqua, ma certamente questo non ? facile quando si tratta di comunit? molto grandi come per esempio grandi citt? come Roma o Milano o per esempio addirittura nel caso di Milano, sarebbe veramente difficile perch? attualmente a Milano l?acqua si paga all?interno delle spese condominiali per esempio, quindi il cittadino singolo non ha neanche la percezione delle spese che sostiene per l?acqua, tra l?altro Milano ? una situazione privilegiata, c?? una situazione che ? completamente pubblica e Milano ha la bolletta pi? bassa d?Italia e anche le perdite dalle tubature pi? basse d?Italia.
La situazione in questo senso ? molto diversa a seconda delle zone d?Italia, non sempre ? tutto negativo al sud e tutto positivo al nord, ma certamente ci sono al sud delle situazioni che sono veramente drammatiche. Ci sono situazioni come quella di Agrigento che sono veramente inaccettabili in un paese moderno situazioni che racconto nel mio libro. A Agrigento ? stata costituita una societ? mista pubblico ? privato un modello che va molto di moda che amplifica le situazioni di conflitti di interessi in assenza di regole e a Agrigento i cittadini hanno la bolletta pi? alta d?Italia, si va oltre 400 Euro l?anno e al contempo ricevono l?acqua in molti quartieri una volta ogni 15 giorni. Nelle case di Agrigento ? comune vedere spazi occupati da grosse cisterne per fare scorta di acqua e poter sopperire a questa continua mancanza.
Colmo dei colmi nella zona di Agrigento negli ultimi anni ? stata ceduta una fonte di acqua minerale, ? stata data in concessione alla Nestl?, quindi gli agrigentini spendono un sacco di soldi per pagare la bolletta dell?acqua che non gli arriva, poi devono spendere un sacco di soldi per comprare l?acqua minerale e devono comprare l?acqua minerale che sgorga dal loro territorio pagandola alla Nestl?. Dopo il danno anche la beffa perch? la Nestl? ha chiamato questa acqua con il nome di Santa Rosalia che ? la santa della citt? di Palermo e non della citt? di Agrigento, cose che chi viene dal sud pu? capire bene l?aspetto beffardo di questa questione.
Come a Frosinone, dove si ? chiesto ai cittadini di pagare gli aumenti retroattivi, come a Torino dove sono state incluse in bolletta delle spese che non c?entrano niente, addirittura dei soldi per le Comunit? Montane. Gestioni invece come ? successo in Versilia dove ai cittadini ? stato detto che siccome era calato il consumo, allora bisognava aumentare la bolletta, mentre invece uno dei motivi per cui si riforma anche la gestione dell?acqua ? proprio di spingere a evitare gli sprechi. Allora cosa succede? Che se faccio una campagna giusta e sana per evitare gli sprechi, poi mi cala il consumo, allora devo tartassare di pi? i cittadini, questo ovviamente ? assurdo!
Oltre a questo il settore dell?acqua ovviamente presenta altre problematiche perch? sono quelle relative alla qualit? dell?acqua che beviamo, mediamente l?acqua del rubinetto ? molto, molto pi? controllata dell?acqua minerale. La norma che si rif? alla normativa europea e che regola la qualit? dell?acqua, i controlli dell?acqua di rubinetto in Italia ha un comma che dice che queste norme cos? restrittive, non si applicano all?acqua minerale, che quindi ? esentata paradossalmente a avere questi controlli cos? stretti.
Detto questo anche in Italia c?? questo problema perch? in alcune zone ? stata concessa una continua proroga per il superamento di alcuni parametri. Questo ? uno dei motivi per cui ? importante investire sulle strutture dell?acqua e quindi andare verso una riforma sicuramente di questo sistema che non funziona. Avere nuovi acquedotti, nuove strutture che ci garantiscono la salvaguardia di questa fondamentale risorsa che possiamo sempre bere un?acqua affidabile.
Detto questo, non demonizzo l?uso dell?acqua minerale perch? anche questo pu? essere utile in alcuni casi. Certamente ? paradossale che in Italia si arrivi a essere il terzo consumatore al mondo di acqua minerale dopo Messico e Emirati Arabi che sono certamente le situazioni dove l?acqua non ? abbondante come da noi, quindi anche qui c?? qualcosa che non va. L?appello che si pu? fare ai cittadini in questo campo ? sicuramente di tenersi informati e fare pressione anche in chiave locale perch? la gestione dell?acqua tutt’ora avviene in chiave locale perch? si investa su questo settore e si garantisca la qualit? dell’acqua per tutti.


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