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Cresce a 10% quota reddito nazionale detenuta dall’1% di Paperoni

In Italia sale divario sociale, Ocse: ’Ricchi piú ricchi’

di Chiara Rancati da ANSA.it 5.1.22011
lunedì 5 dicembre 2011

In Italia sale divario sociale, Ocse: ’Ricchi piú ricchi’

Cresce a 10% quota reddito nazionale detenuta dall’1% di Paperoni

di Chiara Rancati da ANSA.it 5.1.22011

PARIGI - In Italia aumenta il gap tra ricchi e poveri, il reddito si accentra sempre piú nelle mani delle fasce piú elevate e la mobilità sociale zoppica. È il quadro tracciato dall’Ocse, in un rapporto su crisi e diseguaglianze economiche pubblicato oggi. Il salario medio del 10% piú ricco nel nostro Paese, calcola l’organizzazione parigina, è oltre dieci volte quello del 10% piú povero, 49.300 euro contro 4.877, e il divario è aumentato rispetto agli anni Novanta, quando il rapporto era di 8 a 1. Colpa in gran parte, spiega all’ANSA il vicedirettore della sezione Lavoro e politiche sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta, delle dinamiche del mondo del lavoro italiano degli ultimi decenni, con l’aumento degli impieghi atipici o precari.

"Negli ultimi anni - afferma Scarpetta - l’occupazione è aumentata, ma i nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani, sono in gran parte di basso livello: bassa produttività, basso salario e poche prospettive di carriera. Il contratto a termine non è piú un trampolino di lancio, ma una trappola in cui i giovani restano bloccati, senza riuscire ad accedere a posizioni economicamente migliori". Ha però inciso anche la riduzione della capacità dei servizi sociali, come la scuola e la sanità, di aiutare i nuclei familiari piú in difficoltà, attenuando i problemi legati al livello di reddito piú basso, e di stimolare la mobilità sociale, che nel nostro Paese, dice ancora Scarpetta, è "scarsissima". Poveri sempre piú poveri, dunque, ma soprattutto ricchi sempre piú ricchi. La quota di reddito nazionale controllata dell’1% piú benestante della popolazione italiana è infatti aumentata dal 7% del 1980 al 10% nel 2008, e quella in mano allo 0,1% piú ricco ("circa 60.000 persone") è passata dall’1,8% al 2,6%. Una crescente polarizzazione del reddito, in cui anche le scelte matrimoniali giocano un ruolo: "In Italia, come in altri Paesi occidentali, i ricchi si sposano con i ricchi", spiega ancora Scarpetta, "e spesso il professore si sposa con il professore, il medico con il medico e cosí via". Cosí, le nozze diventano un ulteriore fattore di accentramento della ricchezza nelle mani di alcune fasce minoritarie della popolazione, e di riduzione della mobilità sociale.

La possibile soluzione a questi problemi, secondo l’Ocse, sta in primo luogo in un intervento sul mercato del lavoro, con la creazione di "posti qualitativamente e quantitativamente migliori, che offrano buone prospettive di carriera e la possibilità concreta di sfuggire alla povertà". Ma anche in una revisione del sistema fiscale, che vada a colpire in modo piú mirato i super-ricchi, in modo che "contribuiscano in giusta misura al pagamento degli oneri impositivi".


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