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Tenendosi fuori dai trattati sui diritti umani fondamentali il Vaticano protegge il proprio sistema giudiziario dalle norme internazionali

Cortina fumogena vaticana sui diritti umani

Nostra traduzione da: Concordat Watch - Minacce religiose ai diritti umani
giovedì 24 novembre 2011

Concordat Watch
Minacce religiose ai diritti umani

Cortina fumogena vaticana sui diritti umani

Il Vaticano cerca silenziosamente di porre la dottrina della Chiesa al di sopra dei diritti umani. Essa non ha firmato alcuni dei trattati sui diritti umani e per altri ha posto delle "riserve", che fanno in modo che non debba rispettarli. Questa strategia dà potere alla Chiesa, e impedisce che possa essere ritenuta responsabile degli abusi compiuti dai sacerdoti e protegge i suoi tribunali dalle accuse di violare il diritto a un processo equo.

“Il linguaggio dei diritti umani viene cooptato da coloro che hanno un programma contrario ai diritti umani, non solo nei governi, ma anche in gruppi armati e perfino all’interno della società civile". .” — Claudio Cordone, Segretario Generale, Amnesty International, 2010 [1]

♦ L’attacco vaticano contro i diritti umani viene presentato come necessità di controbilanciare diritti con doveri

“Diritti e doveri vanno insieme, dice il Pontefice ”(28 maggio 2010) Qui il Papa rinnova il suo attacco contro i diritti umani, dapprima lanciato nella sua 2009 Caritas in Veritate. Caritas in Veritate. Un assalto aperto sui diritti umani sarebbe pubblicamente dannoso per il Vaticano che vuole essere in grado, quando gli conviene, di poter richiamare "il diritto alla libertà religiosa". Cosí l’attacco deve essere indiretto: ecco come funziona

Per minare i diritti umani senza impegnarsi in un attacco frontale potenzialmente dannoso, si cerca di ridefinirli. L’intero punto dei diritti umani è che sono incondizionati. Essi non dipendono dal dover soddisfare alcun dovere. Sono "privilegi", non "diritti" quelli che vi vengono concessi in cambio della realizzazione di doveri corrispondenti. La ridefinizione del Papa dei diritti umani come se dipendessero da qualcos’altro è un tentativo di far tornare indietro l’orologio. È un ritorno al Medioevo prima dell’avvento dei diritti dell’uomo quando la Chiesa insegnava che la gente aveva doveri, ma nessun diritto incondizionato. Gli esseri umani erano di proprietà di Dio ed avevano doveri verso il loro creatore. Questo ha mantenuto la gente umile: l’idea dei diritti umani non esisteva ancora.

Nella sua Caritas in Veritate Benedetto XVI mette in guardia contro “presunti diritti, arbitrari e non essenziali in natura”. [2] L’argomento è che i diritti umani sono arbitrari perché non vengono da Dio, il cui portavoce è ovviamente il Papa stesso. E Benedetto continua a dire che i doveri sono necessari per "imporre un limite sui diritti". In questo modo lui, in modo indiretto, può attaccare l’idea di base dei diritti umani, cioè che sono incondizionati. Il suo assalto diventa ancora piú indiretto, quando tenta di sostituire "diritti umani" con qualcosa chiamato "diritti naturali". Questi si ritiene derivino da qualcos’altro chiamato "legge naturale", che guarda caso è conforme alla dottrina della Chiesa. Questo può essere gestito perché la "legge naturale è astratta e vaga fino al punto di renderne estremamente difficile la sua applicazione a casi concreti. Si richiede un interprete autorevole, cioè la Chiesa. [3]

Il Papa sta usando la cortina fumogena della teologia per mascherare il suo attacco contro i diritti umani. Ci si perde cosí in questo labirinto di giustificazioni teologiche, concentrandosi su di esse, piuttosto che sul fatto che queste sono architettate semplicemente per arrivare alla conclusione che il Vaticano vuole: è la dottrina della Chiesa, non i diritti dell’uomo, l’arbitro finale — per tutti.
 

♦ Un diritto umano, la libertà religiosa, è reso assoluto, annullando tutti gli altri

 In questi ultimi anni il Vaticano ha utilizzato vari mezzi legali in un’inquietante nuova maniera che rischia di minare i diritti umani. Questo viene fatto torcendo il diritto alla libertà di coscienza per limitarla a coloro che sono conformi precisamente alla dottrina vaticana. In primo luogo, "coscienza" viene definito in sordina come dottrina della Chiesa, ignorando cosí le coscienze “concordato della coscienza”.) E in secondo luogo, il Vaticano cerca quindi di trasformare questa particolare "coscienza" in un assoluto che permette (e se lavorano in istituzioni cattoliche, effettivamente forzano) professionisti e funzionari pubblici a calpestare i diritti umani degli altri.

Per implementare tutto questo, il 28 gennaio 2002, Papa Giovanni Paolo II ha detto esplicitamente che avvocati e giudici cattolici dovrebbero ovunque rifiutare i casi di divorzio. [4] Un altro tentativo, questa volta a livello nazionale, è stato il progetto “Concordato della coscienza” preparato per la Slovacchia nel 2004. Al riparo sotto la categoria di trattati internazionali sui diritti umani, questa identificazione della "coscienza" con i dettami del dogma della Chiesa avrebbe preso la precedenza legale sulla normativa nazionale slovacca. [5] E una mossa ancora piú audace in questa direzione è l’attuale sforzo, precisato nel febbraio 2007, di "completare" cioè, "riscrivere" la dichiarazione dei diritti umani per soddisfare il Vaticano: : 

Speriamo anche in una legislazione che completerà l’articolo 18 della dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata nel 1948 dalle Nazioni Unite per garantire il diritto all’obiezione di coscienza e di difendere questo diritto contro tutte le forme di discriminazione [!] nelle aree del lavoro, dell’istruzione e dell’attribuzione di benefici da parte dei governi. [6] 

Si noti come il Vaticano sostiene che si tratta di "discriminazione" per obbligarla a fermare la discriminazione contro gli altri.
 

♦ Riconoscimento diplomatico, cercato in tutto il mondo, comporta l’immunità diplomatica dalle accuse di abuso dei diritti umani

Gli avvocati della Chiesa di Ratzinger hanno già messo insieme un’elaborata strategia di difesa. Essi sostengono che il Papa, come capo di stato del Vaticano gode dell’immunità contro le azioni legali dei tribunali statunitensi. Fanno anche notare che i vescovi americani che coprirono casi di abuso non sono dipendenti oggetto di direttive dalla città del Vaticano. [7]

Nei tribunali degli Stati Uniti i paesi stranieri sono generalmente immune da azioni civili. Ciò significa che, a meno che un caso possa beneficiare di un’esenzione (vedi piú avanti), l’unica possibilità è quella di cercare di citare in giudizio il Vaticano in un paese che non ha relazioni diplomatiche con esso. Tuttavia, come mostra la mappa, la maggior parte dei paesi del mondo (di colore blu) già riconosce la sovranità della Santa Sede, come il Vaticano è chiamato ufficialmente.

Ci sono pochissimi paesi (in grigio) che ancora non hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Ammontano a soli tre nazioni isole (le Comore, al nord del Madagascar, le Maldive, a sud-ovest dell’India, e Tuvalu, a nord della Nuova Zelanda) — due nazioni africane (Mauritania e Somalia) — tre del Medio Oriente (Arabia Saudita, Oman e Afghanistan) — e otto dall’Asia (Bhutan, Repubblica Popolare Cinese, Corea del Nord, Myanmar, Laos, Vietnam, Brunei e Malesia). [8] La logistica per citare il Vaticano da alcuni di questi paesi può essere scoraggiante. Inoltre, a causa di persistenti tentativi diplomatici del Vaticano, il numero dei paesi che non lo riconoscono sta declinando ogni anno (e uno dei pochi che rimangono, Tuvalu, sta gradualmente scomparendo a causa dell’aumento del livello del mare.
 

♦ Tenendosi fuori dai trattati sui diritti umani fondamentali il Vaticano protegge il proprio sistema giudiziario dalle norme internazionali

Il Vaticano non può essere censurato per aver violato il diritto a un equo processo, che è sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, perché non ha firmato il trattato. Invece, in un caso del 2001, è stata l’Italia ad essere colpevolizzata per aver fatto rispettare l’ingiusta sentenza del tribunale vaticano.

 In pratica il Tribunale Europeo dei Diritti Umani riscontrò nel 2001 che le procedure dellaSacra Rota, la Corte di appello ecclesiastica, responsabile per le domande di annullamento del matrimonio, non riusciva a raggiungere gli standard richiesti per un equo processo ai sensi dell’articolo 6(1) della Convenzione Europea e che, pertanto, le sue sentenze non potevano essere riconosciute e imposte dalla legge italiana. ECHR (la Corte Europea dei Diritti Umani) notò che nei procedimenti della Rota le dichiarazioni dei testimoni non vengono rese disponibili alle parti, privando cosí le stesse della possibilità di commentarle. Le parti non erano informate che potevano nominare degli avvocati per comparire per loro conto, né informati dei termini per le osservazioni legali fatto dal giurista di diritto canonico nominato dal Tribunale per argomentare contro l’annullamento. Infine, le parti non potevano avere visione di una copia integrale della sentenza della Rota, nella quale il Tribunale ecclesiastico presentava le sue motivazioni. Date tali circostanze, la Corte di Strasburgo ha ritenuto che la giustizia non veniva fatta nei procedimenti di annullamento dinanzi ai giudici della Chiesa. [9]
 

♦ Limitare i danni, parte 1: se il Vaticano non firma un trattato di diritti umani, è piú facile limitare la colpa (e i costi) al vescovo locale

Un motivo piú fondamentale per il Vaticano per rifiutarsi di firmare i trattati sui diritti umani fondamentali può essere quello di aiutarla a disconoscere ogni responsabilità per ciò che avviene nella Chiesa in tutto il mondo. Dopo tutto, la Santa Sede che firma trattati è il governo dello Stato Vaticano e della Chiesa cattolica romana. Meno responsabilità prende, meno responsabilità avrà. In questo momento avvocati vaticani stanno sostenendo che i sacerdoti cattolici romani non sono funzionari o dipendenti della Santa Sede. Questo è ora la principale difesa del Vaticano contro le azioni legali negli Stati Uniti che cercano di ritenere la Santa sede responsabile del fallimento dei vescovi di fermare i sacerdoti dal violentare e molestare bambini.

Solitamente i paesi stranieri sono immuni da azioni civili nei tribunali degli Stati Uniti, ma ci sono eccezioni al Foreign Sovereign Immunity Act che i tribunali hanno ritenuto fosse applicabile in questo caso. Lo statuto dice che i querelanti possono stabilire materia giurisdizionale su uno Stato sovrano straniero, se un reato è stato commesso negli Stati Uniti da un qualsiasi funzionario o dipendente dello Stato estero e che i crimini sono stati commessi nell’ambito dell’attività occupazionale. [10]

♦ Limitare i danni, parte 2: La Chiesa cattolica inglese ha detto che i sacerdoti sono lavoratori autonomi e quindi la Chiesa non è responsabile per la compensazione della vittima

In Inghilterra la Chiesa cattolica ha cercato di evitare reponsibilità a livello diocesano, memore delle diocesi negli Stati Uniti che sono stati tenute a risarcire le vittime di abuso dei preti e in alcuni casi sono fallite. [11] Pertanto ha cercato di sostenere che i sacerdoti sono lavoratori autonomi. [12] Tuttavia, in una sentenza dell’Alta Corte dell’8 novembre 2011 il giudice ha respinto tale argomento, affermando che la relazione tra un prete e il suo vescovo è sufficientemente stretta al fine di imporre responsabilità. Secondo l’avvocato della presunta vittima, "questa è una decisione chiave con implicazioni potenzialmente di vasta portata, estendendo in modo efficace il principio della responsabilità vicaria". [13]

Ci sono altre variazioni teologiche sul tema della responsabilità: laddove la Chiesa cattolica dice che i suoi sacerdoti sono lavoratori autonomi, la Chiesa d’Inghilterra, al fine di evitare di dover applicare ai suoi sacerdoti i diritti dei lavoratori, ha sostenuto che questi erano dipendenti di Dio. E dal 2008 è detto che essi sono "titolari di ufficio", in altre parole, impiegati da nessuno. 

♦ Il Vaticano aggiunge "riserve" che rendono nulla la sua firma al trattato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino.

Se uno stato vuole evitare di dover rispettare un trattato può firmarlo con "riserve", che sono davvero clausole di fuga. Cosí alcuni Stati hanno aggiunto la riserva che sarebbero non vincolati da tutto ciò che viola "leggi e valori islamici" il che equivale a "una totale assenza di ratifica":

La Santa Sede ha ratificato la convenzione con una serie di riserve e dichiarazioni, una delle quali è notevolmente simile nell’ambito alle riserve "islamiche" discusse in precedenza. La Santa Sede dichiara "che l’applicazione della convenzione [deve] essere compatibile in pratica con la particolare natura di città stato del Vaticano e le fonti del suo diritto oggettivo." [14] Sembrerebbe da una tale riserva che la Santa Sede non preveda davvero che la convenzione abbia valore nel territorio della città del Vaticano. Piuttosto, il suo scopo cinico nel ratificare la convenzione sembra essere quello di migliorare la sua credibilità nell’insistere su un’interpretazione antiabortiva dell’articolo 6 della convenzione. La ratifica consente anche alla Santa Sede, che ha una personalità giuridica internazionale, ma che non è uno "stato", di partecipare (senza costo reale) come "parte statale" nel designare i membri della Commissione per i diritti del bambino. [15]

Questo suona come un’asserzione che il diritto canonico (Ecclesiale) è piú importante dei diritti del bambino, proprio come sembra nella pratica avendo aggirato le leggi civili che avevano lo scopo di proteggere i bambini.
 

♦ La Chiesa segue il diritto canonico e deve essere costretta a rispettare il diritto civile, che si basa sui diritti umani

Amnesty International criticò il Vaticano nella sua relazione del 2011, affermando che "non era sufficientemente conforme agli obblighi internazionali in materia di protezione dei bambini". AI fece notare che il Vaticano aveva ampliato la propria definizione di "crimini nel diritto canonico" oltre "l’abuso sessuale dei minori" ― ma non le punizioni

Emendamenti per il diritto Canonico promulgato nel mese di maggio hanno introdotto i "delitti”di pornografia pedofila e abuso delle persone mentalmente disabili; la massima punizione per questi "delitti" è il licenziamento o la deposizione. Il Diritto canonico non include l’obbligo, per le autorità della Chiesa di segnalare i casi alle autorità civili per indagini penali. La segretezza è obbligatoria per tutto il procedimento. [16]

Come se il record di sacerdoti impuniti non fosse abbastanza prova, una lettera scritta nel 2001 da un alto funzionario vaticano è venuta alla luce, lodando un vescovo francese, quando è stato condannato per non aver segnalato un prete pedofilo alla polizia. Nel 2010 al vescovo è stato comminata una pena detentiva di tre mesi con la condizionale per non aver denunciato il sacerdote, che è stato condannato a 18 anni di carcere nel 2000 per aver abusato sessualmente di 11 ragazzi. [17]

Comunque, il Cardinale Castrillon Hoyos, Prefetto della Congregazione del Clero, disse al vescovo, "Mi congratulo con voi per non aver denunciato un prete alle autorità civili." E conclude la lettera al vescovo francese ritenendo il comportamenti del vescovo come un modello per altri; "Questa Congregazione, al fine di incoraggiare i fratelli nell’episcopato in questa delicata questione, trasmette una copia di questa lettera a tutte le conferenze dei vescovi". [18]

Il cardinale ha detto dopo che la sua lettera cercava di proteggere il segreto della confessione in conformità alla legge della Chiesa (Canon 983), ma non non c’è alcuna menzione di questo nel testo stesso e al suo processo il vescovo ha contestato questa affermazione. [19] Tuttavia, anche se ciò fosse vero, questo non sarebbe sostenibile in Francia che a quanto pare ha legiferato il "dovere di informare" quando sono coinvolti bambini . "La legge francese riconosce il segreto della confessione come parte di una categoria protetta di "segreti professionali", ma fa un’eccezione per i crimini commessi contro minori". [20]

 Successivamente il cardinale lanciò anche una vera bomba. Egli ha sostenuto che, "dopo aver consultato il Papa, ho scritto una lettera al vescovo, congratulandomi con lui come il modello di un padre che non consegna i suoi figli." [21]

Se Castrillón Hoyos sta dicendo la verità, allora Giovanni Paolo personalmente approvò l’invio di questa lettera in diretta violazione dell’istruzione alla CDF (Congregazione per la Dottrina della Fede) che il Card [inale] Ratzinger aveva mandato mesi prima, invitando i vescovi in paesi dove la legge li obbliga a denunciare alle autorità civili la conoscenza di relazioni sessuali criminali contro i bambini, a seguire la legge. Se Castrillón Hoyos è veritiero, suggerirei che, per quanto riguardava il Pontefice, la direttiva di Ratzinger era vetrinistica. [22]

L’abitudine della Chiesa di ostruire le indagini penali certamente suggerisce che, fino a quando e a meno che non costretti a fare altrimenti, la Chiesa si sente vincolata esclusivamente al diritto canonico, il sistema giuridico della Chiesa cattolica. Lo schietto Monsignor Maurice Dooley, un esperto di diritto canonico, lo ha anche dichiarato pubblicamente. Nel 2002 ha dichiarato che i vescovi non dovevano raccontare alla polizia irlandese dei sacerdoti pedofili e avrebbero potuto persino mettere al riparo questi sacerdoti. "Per quanto riguarda la Chiesa, le sue leggi vengono prime". [23] E nell’aprile del 2010 l’arcivescovo brasiliano Dadeus Grings si dichiarò d0accordo, dicendo che l’abuso sacerdotale era una questione di disciplina interna della Chiesa, non qualcosa da riferire alla polizia. "Per la Chiesa andare ad accusare i propri figli sarebbe un po’ strano." [24]

♦ Archivi segreti e documenti distrutti

Oltre all’archivio segreto in Vaticano, Canons 486-490 prevedono che ogni diocesi deve avere un archivio chiuso a chiave ed anche uno totalmente segreto. Solo il vescovo ha la chiave di questo archivio segreto gelosamente custodito per "documenti di cause penali in materia di morale". Una volta che "le parti accusate sono morte o sono trascorsi dieci anni dalla sentenza di condanna" di un tribunale segreto ecclesiastico questi documenti "devono essere distrutti". Solo una sintesi del testo della sentenza deve essere conservato — e, naturalmente, anche questo sotto chiave.

Nel 2002, dopo che l’arcidiocesi di Philapelphia si era rifiutata di cooperare in un’inchiesta sulla sua gestione di accuse di abuso sessuale, un gran giurí dette l’ordine di produrre i documenti interni della Chiesa.

A Philadelphia, i solo possessori di chiavi erano il cardinale e i suoi piú stretti collaboratori. I file erano tenuti in una fila di armadi grigio-verdi senza etichette, in una stanza senza finestre al 12° piano dell’edificio dell’arcidiocesi in centro città . Al suo interno c’era un compendio esaustivo degli scandali che risaliva a piú di 50 anni: sacerdoti con il problema di bere, sacerdoti che avevano messo donne incinte, pile di riviste pornografiche invecchiate confiscate. Poi c’erano le risme di memo attentamente scritti che discutevano di sacerdoti e di ciò che l’arcidiocesi delicatamente indicava come "coinvolgimenti innaturali" o "modelli insoliti". Sacerdoti, in altre parole, che avevano abusato sessualmente bambini a loro affidati....[I] pubblici ministeri sonorimasti attoniti quando hanno trovato migliaia di documenti che dettagliavano le centinaia di vittime che presumibilmente avevano subito abusi da 169 sacerdoti. [25]

Tuttavia, se la Chiesa ha buone ragioni per temere la divulgazione, ha un’ulteriore difesa. Nel 2010, la pressione dell’opinione pubblica condusse alla richiesta di l’accesso all’archivio segreto della Arcidiocesi di Monaco di Baviera e Frisinga, quella supervisionato da Ratzinger arcivescovo dal 1977 al 1982, prima che diventasse Papa. Ma quando l’avvocato nominato per indagare esaminò l’archivio, trovò che mancavano i documenti del periodo in questione: "Stiamo trattando con una vasta distruzione dei file" e un "sistema sistematico cover-up". [26]

— MF 

Approfondimenti sul Papa e la legge

Geoffrey Robertson, QC, “Put the pope in the dock. L’immunità legale non può valere. Il Vaticano dovrebbe sentire tutto il peso del diritto internazionale", Guardian, 2 aprile 2010. [Questa è una proposta per perseguire il Vaticano penalmente, dove non si applica l’immunità diplomatica, ma un arresto potrebbe essere fatto solo in un paese (come il Regno Unito, ma non negli Stati Uniti), che ha firmato lo statuto della Corte penale internazionale].]

“Appello a trattare il Vaticano come uno stato canaglia: l’avvocato Geoffrey Robertson dice che la Chiesa deve abbandonare il diritto canonico ", Sydney Morning Herald, 9 settembre 2010http://www.smh.com.au/world/call-to-treat-vatican-as-a-rogue-state-20100908-151cg.html

Afua Hirsch, "il diritto canonico ha permesso ai sacerdoti rei di abusi sessuali di sfuggire alla punizione, dice l’avvocato", Guardian, 7 settembre 2010. http://www.guardian.co.uk/world/2010/sep/07/canon-law-abuse-priests-escape-punishment

Alan Duke, “Lawsuit demands Vatican name priests accused of sex abuse”, CNN, 22 April 2010. “"Papa Benedetto XVI è stato chiamato come imputato perché egli ha l’autorità suprema per rimuovere i sacerdoti e la causa del suo coinvolgimento nella revisione di casi di abuso sessuale quando era cardinale Joseph Ratzinger, la causa dice." [Questo è una causa di diritto civile e, dal momento che gli Stati Uniti hanno riconosciuto la Santa sede, stabilendo relazioni diplomatiche con essa, questa causa dipende dalla dimostrazione che la Santa Sede abbia agito in un modo che rimuove la sua immunità, come indicato sopra].


Notes

1. Claudio Cordone, “Amnesty International’s response to ‘The global petition to amnesty international: Restoring the integrity of human rights’”, 28 February 2010. http://www.human-rights-for-all.org/IMG/pdf/Claudioletter-2.pdf

2. Benedict XVI, Caritas in Veritate, § 43, 29 June 2009. http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20090629_caritas-in-veritate_en.html

3. Guenther Lewy, “Catholic political ideology: the union of theory and practice”, Chapter 12 (the final one) of The Catholic Church and Nazi Germany, 1964. http://www.mosquitonet.com/ prewett/lewy337341.html

4. “Address of John Paul II to the Prelate Auditors, Officials and Advocates of The Tribunal of the Roman Rota“, 28 January 2002. http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2002/january/documents/hf_jp-ii_spe_20020128_roman-rota_en.html

5. “Precedence Clause of the Slovak Constitution” (amended in 2001)

6. “Pontifical Academy for Life, Final Declaration by the 13th General Assembly”, 24 February 2007.

7. “The Failed Papacy of Benedict XVI”, Spiegel, 4 June 2010. http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,687374-6,00.html

8. Sandro Magister, “The Holy See’s Diplomatic Net. Latest Acquisition: Russia”, Chiesa, 14 January 2010. http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1341731?eng=y

La Santa sede non ha ancora rapporti diplomatici con sedici paesi, la maggior parte di questi in Asia, molti con popolazioni musulmane di maggioranza. Non c’è nessun rappresentante del Vaticano in nove di questi paesi: Afghanistan, Arabia Saudita, Bhutan, Repubblica popolare cinese, Corea del Nord, Maldive, Oman, Tuvalu e Vietnam. Mentre in altri sette paesi ci sono delegati apostolici, rappresentanti Pontifici per le comunità cattoliche locali, ma non al governo. Tre di questi paesi sono africani: Comore, Mauritania e in Somalia. E quattro di loro sono asiatici: Brunei, Laos, Malaysia, Myanmar.

9. Pellegrini v. Italy, 2001-VIII, Application No: 30882/96.

10. “Pope-bishop relationship key in sex abuse defense”, AP, 18 May 2010. http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5iH9I3NH568g_9CE-MMStuwZ3jgfAD9FP5FE80

11. “Settlements and bankruptcies in [American] Catholic sex abuse cases”, Wikipedia. http://en.wikipedia.org/wiki/Settlements_and_bankruptcies_in_Catholic_sex_abuse_cases

12. “Catholic bishop criticises ruling on church liability for actions of priests”, Guardian, 15 November 2011. http://www.guardian.co.uk/world/2011/nov/15/catholic-bishop-liability-church-priests

Crispian Hollis, Bishop of Portsmouth, “The Diocese, Fr Wilf Baldwin and the High Court Judgment”, 10 November 2011. http://www.portsmouthdiocese.org.uk/docs/The-Diocese-Fr-Wilf-Baldwin.pdf

13. “Catholic Church responsible for child abuse, High Court rules”, The Lawyer, 9 November 2011. http://www.thelawyer.com/catholic-church-responsible-for-child-abuse-high-court-rules/1010180.article

14. A list of reservations by all states:
Convention on the Rights of the Child”, (20 November 1989), Declarations and Reservations (as of 18 May 2010), Holy See.

Preoccupazioni delle Nazioni Unite per le riserve della Santa Sede: :
Comitato per i diritti del bambino, decima sessione, esame di relazioni presentate da parte di Stati secondo l’articolo 44 della convenzione, "concludendo le osservazioni della Commissione per i diritti del bambino: Santa Sede", CRC/C/15/Add.46, 27 novembre 1995. http://www.unhcr.org/refworld/pdfid/3ae6aec910.pdf

Parte delle riserve della Santa Sede:
:

[La Santa Sede dichiara] che l’applicazione della convenzione sia compatibile nella pratica con la particolare natura dello Stato Città del Vaticano e delle fonti del proprio diritto oggettivo (art. 1, legge del 7 giugno 1929, n. 11) e, in considerazione della sua estensione limitata, con la sua legislazione in materia di cittadinanza, di accesso e di residenza.

Questa riserva, insistendo sulla priorità delle leggi della Santa Sede, comprese quelle riguardanti "accesso". Nel contesto di abusi sui bambini, questo è preoccupante, perché potrebbe consistere nel rifiuto di consegnare tutti i documenti che la Chiesa non intende divulgare. I precedenti del Vaticano non incoraggiano, per esempio la direttiva 2001 del Vaticano obbliga che le accuse di abusi sui bambini siano poste sotto "il segreto Pontificio".

Vedere Keith Porteous Wood, "Proposte dalla Unione Internazionale Umanista ed etica, congiuntamente con il (UK) National Secular Society all’agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) per l’inclusione nel suo programma di lavoro annuale 2009 e la relazione annuale 2008", agosto 2008 .http://tinyurl.com/3525xur">http://tinyurl.com/3525xur 

Dalla pagina 31 di questo documento (vedere l’originale per le note):
:

La nuova legge richiede segretezza e una revisione centralizzata.

Nel 2001, la Santa Sede ha emesso un documento intitolato Sacramentorum sanctitatis tutela, (12), istituendo un poco pubblicizzato ma importante cambiamento nella legge. In questo documento, che sostituisce la legge nei codici, la Santa Sede dà indicazione a tutti i vescovi del mondo di informare uno dei suoi uffici, la Congregazione per la dottrina della fede, se ricevono una denuncia di abusi sessuali da un chierico. Questa stessa legge proibisce ai vescovi o altre autorità della Chiesa di intraprendere qualsiasi azione di là di un’indagine preliminare di allegazione senza ulteriori istruzioni dal delegato della Santa Sede (13).

Secondo la nuova legge, questo ufficio della Santa sede può, a sua discrezione, condurre un’indagine stessa, o trasmettere le norme all’autorità ecclesiastica locale, spiegando come procedere. Questi casi, gli stati di diritto, sono "oggetto di segreto Pontificio." Questo è il livello piú alto della Santa sede di riservatezza — poco meno della assoluta segretezza richiesta dalla confessione sacramentale — e prevede che la Santa sede si riservi il diritto di punire qualsiasi parte che rivela informazioni sull’abuso sessuale dei bambini da parte di sacerdoti, una volta avviata un’inchiesta.

In altre parole, il recente tentativo del Vaticano di spiegare la legge canonica (incluso un programma per i media durato un’intera giornata) è una diversione per due ragioni. In primo luogo, non fa differenza che cosa il diritto canonico dice se non viene applicato e, in secondo luogo, la legge del 2001 descritta sopra sostituisce il diritto canonico e impedisce la segnalazione di abuso di autorità secolari senza autorizzazione Vaticana.

15. William A. Schabas, “Reservations to the Convention on the Rights of the Child”, Human Rights Quarterly, Vol. 18, No. 2 (May, 1996), pp. 478-79 http://www.jstor.org/stable/762512

16. Amnesty International, Annual Report, 2011: “Vatican”. http://www.amnesty.org/en/region/vatican/report-2011

17. Tom Heneghan, “John Paul backed praise for hiding abuse - cardinal”, Reuters, 18 April 2010. http://in.reuters.com/article/2010/04/18/idINIndia-47782720100418

18. Cardinal Darío del Niño Jesús Castrillón Hoyos to Bishop Pierre Pican, 8 September 2001. Translation in “Darío Castrillón Hoyos”, Wikipedia. http://en.wikipedia.org/wiki/Dar%C3%ADo_Castrill%C3%B3n_Hoyos 

The French original was published in Golias, 16 April 2010:
http://www.golias.fr/spip.php?article3794

19. Tom Heneghan, “John Paul backed praise for hiding abuse - cardinal”, Reuters, 18 April 2010. http://in.reuters.com/article/2010/04/18/idINIndia-47782720100418

20. John L Allen Jr, “Crisis hangs over pope in Malta like volcanic ash”, NCR, 17 April 2010. http://ncronline.org/blogs/ncr-today/crisis-hangs-over-pope-malta-volcanic-ash

21. Tom Heneghan, “John Paul backed praise for hiding abuse - cardinal”, Reuters, 18 April 2010. http://in.reuters.com/article/2010/04/18/idINIndia-47782720100418

22. Rod Dreher, “Cardinal: John Paul approved of cover-up”, Beliefnet, 18 April 2010. http://blog.beliefnet.com/roddreher/2010/04/cardinal-john-paul-approved-of-cover-up.html

23. Ciaran Byrne, “Controversial cleric a ’grade A1 idiot’, says colleague”, Irish Independent, 20 March 2010. http://www.independent.ie/national-news/controversial-cleric-a-grade-a1-idiot-says-colleague-2105732.html

24. Jeff Israely and Howard Chua-Eoan, “The Trial of Pope Benedict XVI”, Time Magazine, 27 May 2010. http://www.time.com/time/world/article/0,8599,1992171-2,00.html

25. Sabrina Rubin Erdely, “The Catholic Church’s Secret Sex-Crime Files”, Rolling Stone Magazine, 15 September 2011. http://www.rollingstone.com/culture/news/the-catholic-churchs-secret-sex-crime-files-20110906

26. “German study finds systematic cover-ups in Catholic priest abuse cases”, Deutsche Welle, 3 December 2010. http://www.dw-world.de/dw/article/0,,6294220,00.html

Nostra traduzione

A integrazione vi invitiamo a leggere anche questo articolo:
Pedofilia e Vaticano. Intervista esclusiva a Marci Hamilton, avvocato delle vittime di abusi sessuali

P.S. La Corte Suprema nel giugno 2011 ha poi respinto l’appello del Vaticano nella causa Santa Sede contro John Doe citata nell’articolo qui sopra.

Posted on Advocate.com Giu 29, 2010 08:15:00 ET
(Nostra traduzione)

Corte Suprema respinge appello del Vaticano

Di Julie Bolcer

L’ultimo giorno del suo mandato lunedí, la Suprema Corte ha rifiutato la revisione di un appello del Vaticano per chiudere una causa che accusa la Santa Sede di coprire presunti abusi sessuali da parte di un prete cattolico.

Secondo il Wall Street Journal , il Vaticano aveva presentato una petizione alla corte suprema di respingere l’azione legale sulla base del fatto che il Vaticano, come Stato sovrano, gode di immunità dalle leggi di un altro paese.

"La causa, presentata da una delle presunte vittime del sacerdote nel 2002, accusa il Vaticano e funzionari della chiesa degli Stati Uniti di schermatura il reverendo Andrew Ronan dalle accuse di abusi sessuali, trasferendo il prete da una diocesi ad un’altra, una pratica che la denuncia dice ha permesso al sacerdote di schivare i suoi accusatori e di abusare altri minori", riferisce il Journal. "La causa sostiene che il Vaticano è responsabile in quanto ha agito come datore di lavoro del sacerdote".

Il caso, Santa Sede v. John Doe, 09-1, può ora ritornare alla US District Court - Distretto dell’Oregon per la revisione.

Link all’articolo originale in inglese


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