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Napoli: Inchiesta della Prefettura sui candidati con condanne definitive-Quarto: Blitz contro il clan Polverino

Napoli: Liste sporche, via cinque candidati - altri due a Quarto arrestati per camorra

da Il Mattino di Napoli e Caserta Centro
venerdì 6 maggio 2011

Diversi candidati alle elezioni comunali di Napoli a rischio di stop. Condannati per sfruttamento della prostituzione, estorsione, riciclaggio, furto. Secondo un altro articolo del Il Mattino i cinque candidati sarebbero uno di Forza Sud, due di Pin (o secondo altre fonti uno di Pin e uno di Insorgenza Civile), uno di Insieme per Napoli e uno di Mastella per Napoli.
Caserta Centro riporta poi i nomi di un candidato alle comunali di Quarto (NA) del Partito delle Libertà (il capolista, poi sospeso) e di Noi Sud (poi espulso dalla lista) arrestati nel blitz contro il clan Polverino.
Il nuovo che avanza?

Napoli: primo dossier della Prefettura - liste sporche, via cinque candidati

dal Il Mattino di Napoli

NAPOLI - Operazione liste pulite: arrivano i primi risultati dello screening avviato dalla Prefettura sui diecimila candidati campani alle prossime elezioni comunali. Nei giorni scorsi la Digos già aveva segnato in rosso cinque nomi che, a questo punto, rischiano lo stop. Sfruttamento della prostituzione. Estorsione. Riciclaggio. Furto. Sono questi i reati per i quali sono state inflitte condanne definitive superiori a due anni. Senza contare una vecchia condanna (patteggiata) per droga nel ’99 per una sesta persona che potrebbe sfuggire allo stop. Intanto emergono novità sulla cosiddetta «Quarto-connection» che ha azzerato il clan Polverino e fatto scattare le manette a due candidati. Si indaga su una talpa in Procura che avvertiva in tempo gli affiliati sulle mosse degli inquirenti. Ma spunta anche un filone di indagine che riguarda il voto di scambio. Un vero e proprio mercato dove, ogni preferenza, costava 50 euro.
Il Mattino - Giovedí 05 Maggio 2011 - 09:49 Ultimo aggiornamento: Venerdì 06 Maggio - 09:55


Liste sporche, Maroni: serve nuova legge - Comunali Napoli, esclusi cinque candidati

NAPOLI - Per garantire il voto pulito sarà necessario un intervento legislativo. È quanto ha detto, in sintesi, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervenendo a Napoli ad un appuntamento elettorale a sostegno del candidato del centrodestra. «Quello che è successo a Napoli in questi giorni - ha detto Maroni - ha posto il problema all’attenzione». Per il responsabile del Viminale non c’è «responsabilità per i candidati sindaci, di Gianni Lettieri. Credo che sia necessaria fare una modifica legislativa».

Un intervento legislativo, a parere del ministro Maroni, servirà ad impedire che i candidati sindaci si trovino in lista persone che non hanno i requisiti, anche morali. Lo stesso argomento è stato trattato nel corso di un vertice che il ministro Maroni ha tenuto in prefettura a Napoli al quale ha partecipato tra gli altri anche il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore.

Liste sporche a Napoli. Ecco i nomi dei primi cinque candidati al consiglio comunale esclusi dalle liste perché hanno alle spalle sentenze passate in giudicato con pene superiori ai due anni. Ieri, i partiti che li hanno messi in campo, hanno ricevuto la notifica ufficiale da parte della Prefettura. Oltre allo stop, incasseranno anche una denuncia per falso.

Due candidati erano nelle liste di appoggio al Pdl Gianni Lettieri, un caso nella lista di Clemente Mastella e due nelle due liste schierate per il candidato sindaco outsider Raffaele Di Monda. Il caso piú eclatante è in Forza del Sud, che aveva messo in lista, al quarto posto, Gennaro Chiaro (precedenti per estorsione e ririclaggio).

La lista Insieme per Napoli perde Pasquale Cocco per una vecchia condanna per droga. Due i candidati in meno per Di Monda: Alfonso Russo e Assunta Caruso, condannata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Clemente Mastella deve rinunciare, infine, a Franco Cappelli: ha un precedente per estorsione.

Il Mattino - 6 maggio 2011

Nota: Secondo il sito elezioninews.it, sarebbe incluso tra i cinque anche un candidato di Insorgenza Civile (e solo uno di Pin)


Clan Polverino, manette per due candidati del centrodestra a Quarto

Camerlingo (Noi Sud) dopo gli auguri al capoclan: ’Proprio a livello di mafia, è una bella cosa’. Chiaro (capolista Pdl) era già stato raggiunto da un’ordinanza di arresto

NAPOLI - Tra in quaranta arrestati questa mattina dai carabinieri nel corso dell’operazione ’Polvere’, il blitz contro il clan camorristico dei Polverino, ci sono due candidati al consiglio comunale di Quarto per il centrodestra. Uno, Salvatore Camerlingo, è un cugino del boss Salvatore Liccardi ed è accusato di spaccio di droga e detenzione illegale di armi. Considerato ’uomo d’ordine del clan’, Camerlingo è candidato nella lista Noi Sud, in appoggio all’aspirante sindaco del Pdl Massimo Carandente Giarrusso. L’altro è Armando Chiaro e viene invece definito un "colletto bianco". Per lui l’accusa è di essersi intestato beni del clan Polverino facendo da prestanome. Ritenuto elemento di punta dell’organizzazione e già destinatario negli anni passati di un’ordinanza di custodia cautelare, Chiaro è il coordinatore del Pdl di Quarto per il periodo delle elezioni e in attesa del congresso, nonché capolista sempre nel comune del Napoletano a sostegno del candidato sindaco Carandente Giarrusso.
CANDIDATO E SOLDATO DEL CLAN. Camerlingo, 27 anni, è descritto nell’ordinanza del gip Paola Scandone come "uomo d’ordine" del clan Polverino. Per lui l’accusa, pesantissima, è di aver svolto il ruolo di "fiduciario" del cugino, Salvatore Licciardi, detto Pataniello, per conto del quale avrebbe svolto diverse mansioni: dalla "convocazione degli imprenditori quartesi vittime di estorsioni" al "disbrigo di incombenze relative all’assistenza delle famiglie dei detenuti". "Sfruttando il suo stato di incensurato e di persona sostanzialmente sconosciuta alla polizia giudiziaria, in quanto mai controllato in compagnia di pregiudicati, Camerlingo può agevolmente svolgere il compito di ’collettore’ della corrispondenza inviata e ricevuta da Roberto Perrone (altro arrestato nell’operazione, ndr)", si legge nell’ordinanza. "Il definitivo suggello alla partecipazione di Camerlingo all’associazione criminale denominata clan Polverino, - si legge ancore - con particolare riferimento alla corrispondenza intercettata, proviene dalle conversazioni intercettate a suo carico".

’A LIVELLO DI MAFIA, E’ UNA BELLA COSA’. Fra le intercettazioni agli atti, ce n’è una risalente al dicembre del 2008. A parlare sono Camerlingo e suo cugino Liccardi. I due sono appena stati dal capoclan Giuseppe Polverino, sfuggito alla cattura, per fargli gli auguri. Così commentano la visita natalizia: "Uà, proprio a livello, a livello proprio di mafia... Che dici, è una bella cosa". Grazie a un’altra intercettazione ambientale, è stata ricostruita la vendita di mezzo chilo di droga da parte di Camerlingo, nonché la sua abitudine a custodire le armi per conto del clan.

IL PDL SOSPENDE CHIARO. Il senatore Carlo Sarro, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, è stato nominato garante per la Legalità per il Pdl di Quarto. A lui "spetterà il compito di supervisionare lo svolgimento della campagna elettorale, assicurando che il Pdl sia al riparo da ogni contaminazione con la malavita". Lo rendono noto il coordinatore provinciale di Napoli del Pdl, Luigi Cesaro, ed il vice vicario Enzo Nespoli. In attesa che le vicende si chiariscano, "quanti risultano coinvolti nelle vicende giudiziarie rese note quest’oggi risultato sospesi dal Pdl".

...E NOI SUD ESPELLE CAMERLINGO DALLA LISTA. Antonio Milo, coordinatore regionale di Noi Sud, partito nella cui lista era candidato Salvatore Camerlingo finito in manette questa mattina, nell’ambito del maxiblitz contro il clan Polverino che ha portato all’arresto di quaranta persone. "La notizia ci ha lasciati esterrefatti", spiega il leader campano di Noi Sud. "Dire che siamo stupiti è poco. Ma il nostro è un movimento territoriale e come tale abbiamo delegato la scelta dei candidati ai nostri rappresentanti locali". "Inutile aggiungere - continua Milo - come spesso sia praticamente impossibile riuscire a controllare ogni singolo candidato". "Come Noi Sud - conclude Milo - siamo in una fase di crescita. Non abbiamo ancora avviato neanche il tesseramento. Dunque non ci sono iscritti al partito. Né può considerarsi tale il signor Camerlingo che ovviamente è da considerarsi, ad horas, espulso dalla lista"

CESARO: C’E’ IL RISCHIO DI INQUINAMENTO DEL VOTO. E’ "esterrefatto" pure Luigi Cesaro, che annuncia, nelle prossime ore, la convocazione dei candidati sindaci di Napoli e provincia "per confrontarsi e mettere in atto controlli ancora più serrati su tutti in candidati". Cesaro, che è anche presidente della Provincia di Napoli, ammette: "C’è e come il rischio di voto inquinato alle prossime amministrative". Armando Chiaro, uno dei candidati arrestati, considerato elemento di spicco del clan Polverino, era già stato destinatario, negli anni passati, di un’ordinanza di custodia cautelare. A chi chiede a Cesaro se nessuno, nel partito, fosse a conoscenza di tutto questo, il coordinatore provinciale del Pdl, risponde: "Abbiamo chiesto a tutti i candidati le autocertificazioni, non potevamo controllare per ognuno di loro. E poi alcuni problemi della giustizia non vengono fuori neanche dal certificato del casellario giudiziario. Ci siamo fidati delle autocertificazioni". Se c’è la possibilità che ci siano altri casi del genere nel Pdl? Spero davvero di no - ha concluso Cesaro - per fortuna la magistratura sta conducendo un lavoro importantissimo su questo aspetto. Da parte nostra la vigilanza sarà altissima".

LEPORE: CHI COMPILA LE LISTE DOVREBBE ESSERE PIU’ RIGOROSO. Per il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, la presenza dei due candidati tra gli arrestati è "un fatto preoccupante". "C’è responsabilità di chi compila le liste - ha detto Lepore nel corso della conferenza stampa - e conosce i candidati e i loro eventuali legami; questo vale soprattutto per i piccoli centri come Quarto. Noi non possiamo intervenire perché la legge elettorale permette le candidature per persone con precedenti di polizia, a meno che non siano accusate di particolari reati. Nella legge elettorale c’è dunque qualche cosa che non va: bisognerebbe modificarla. La questione è morale, ripeto: chi compila le liste dovrebbe essere più attento e rigoroso".

VERDI: 10% DI CANDIDATURE INQUINATE NEL PDL. Arrivano a stretto giro anche le reazioni politiche dei partiti dell’area di centrosinistra agli arresti. I Verdi chiedono "chi ha proposto" i due candidati del Pdl finiti in manette a Quarto. Per il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio si pone ora "un problema di legittimità del voto, in una situazione apparentemente compromessa come questa soprattutto a Napoli dove sta succedendo l’impossibile nelle liste legate a Lettieri". "Ad oggi - aggiunge Borrelli - ci sono giunte dai cittadini 107 situazioni di candidati discutibili che stiamo vagliando: oramai, tra parenti di boss, figli di arrestati, pregiudicati e addirittura neonazisti, stiamo parlando di oltre il 10% delle candidature inquinate nel Pdl con legami sconcertanti con la criminalità che sembra aver scelto unilateralmente i propri rappresentanti politici nel partito di Berlusconi".

AMENDOLA (PD): FRUTTO DEL SISTEMA COSENTINO. Per il segretario regionale Pd Campania Enzo Amendola, "i legami e la connivenza tra il centrodestra e la camorra diventano ogni giorno più inquietanti e sono il frutto del sistema di potere guidato da Nicola Cosentino da cui Gianni Lettieri non può chiamarsi fuori: siamo stanchi delle scuse del giorno dopo". "E’ da mesi - prosegue Amendola - che denunciamo una questione morale nel partito di Berlusconi in Campania. Da Afragola a Giugliano, da Gragnano a Torre del Greco, da Pignataro Maggiore, e ancora le vicende Luigi Cesaro, i candidati nelle liste a sostegno di Lettieri, Roberto Conte, sono solo la punta di un iceberg che rischia di travolgere Napoli". "La camorra non solo vuole condizionare la politica ma entrare dalla porta principale nelle sedi istituzionali: bisogna fermarli. Non è più un problema locale, ma una questione nazionale", conclude Amendola.

casertacentro.it martedí 3 maggio 2011


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