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Lo sviluppo dell’arte cinematografica opportunit? per il Sud

Il caso Basilicata, una forma di economia sostenibile.
mercoledì 17 marzo 2010 di Valerio Rizzo

Spesso si parla di sviluppo nel Mezzogiorno, da quasi un secolo si progettano interventi economici e finanziari che, mediante copiosi investimenti, cercano di far sviluppare regioni e zone ?represse? del nostro paese.
Tuttavia queste politiche di sviluppo hanno delle forti limitazioni, in primo luogo i ?finti investimenti?, nel senso che milioni di euro di denaro pubblico non finiscono nelle mani di chi dovrebbe sviluppare questi progetti, ma molto spesso arricchisce affaristi senza scrupoli e politicanti ascari e ingordi di ?denaro pubblico?.
In secondo luogo gli amministratori locali si rivelano puntualmente incapaci di poter utilizzare tali fondi che rimangono non spesi.
Infine, le grandi aziende e le multinazionali (ad esempio la Fiat) sfruttano i fondi pubblici per costruire mega industrie (o cattedrali nel deserto) che creano economia e benessere per migliaia di famiglie, peccato che non siano a lungo termine (casi famosi l?Alfa Sud o pi? recentemente Termini Imerese)! Difatti, esauriti i finanziamenti pubblici, queste mega industrie, spuntate come funghi, appassiscono, chiudono e svaniscono nel nulla. Per non citare casi ancor pi? gravi, come l?Ilva di Taranto, che creano posti di lavoro a discapito dell?ambiente.
La soluzione potrebbe essere quella di stabilire una correlazione tra Sociologia ed Economia, all?interno della quale si potrebbero individuare politiche di sviluppo sostenibile pi? efficaci.
Una di queste ? lo sviluppo della cultura in funzione dell?economia, ci sono tantissimi esempi che potrebbero sfruttare tale connubio.
Del resto la cultura rappresenta il pilastro su cui si basa una societ?, in questo articolo si prender? in esame un aspetto culturale che negli ultimi anni nel materano, in Basilicata, sta prendendo piede.
Questo ? lo sviluppo dell?arte cinematografica.

Dalla seconda met? del ?900 il materano ha destato interesse negli ambienti cinematografici nazionali e internazionali; questo interesse nasce per due motivi principali: la tipologia ambientale in grado di creare ?scenografie naturali? caratteristiche e uniche nel loro genere, e il basso costo di alberghi e personale.
Esempi illustri sono stati nel 1957 Il Conte di Matera, diretto da Luigi Capuano, con Virna Lisi, nel 1962 Anni ruggenti, diretto da Luigi Zampa, con Nino Manfredi, o ancora nel 1963 I basilischi, diretto da Lina Wertmuller, nel 1964 Il Vangelo secondo Matteo, diretto da Pier Paolo Pasolini e nel 1979 Cristo si ? fermato a Eboli, diretto da Francesco Rosi.
I pi? recenti e famosi sono nel 2004 La Passione di Cristo, diretto da Mel Gibson, con Jim Caviezel e Monica Bellucci e nel 2006 Nativity, diretto da Catherine Hardwicke.
Nell?arco temporale di circa 60 anni, dunque, grandi case produttrici cinematografiche hanno investito ingenti somme nel materano e verrebbe da chiedersi se in questi luoghi si ? creato un boom economico legato al cinema. La risposta ? no.
E la motivazione ? da ritrovarsi nel fatto che le multinazionali del cinema appena giunte sul posto, hanno girato per qualche mese, hanno smosso l?economia per qualche tempo, e poi con le stesse valigie con cui erano arrivate sono ripartite.
Allora ci si chiede: in che modo l?arte cinematografica potrebbe creare sviluppo?
La risposta ? semplice, si crea quando ragazzi del posto, senza grandi esperienze e con telecamere rudimentali iniziano a girare cortometraggi... o film.
Per spiegare questa novit? vorrei prendere ad esempio il caso di Bernalda, in provincia di Matera. Questa ridente cittadina adagiata su un altopiano a pochi km dal mare, dominante la vicina e pi? famosa frazione di Metaponto, ha una particolarit?: ha dato i natali ai nonni del regista italo-americano Francis Ford Coppola.
Il regista sta investendo nel territorio, ha acquistato un palazzo signorile per trasformarlo in un Hotel e ha un progetto: creare una scuola di cinema a Metaponto.
Ma concentriamoci sui piccoli registi nati a Bernalda.
Infatti negli ultimi anni, nella citt?, ? nata una fiorente attivit? cinematografica che ha portato alla produzione di quattro film interamente ambientati nel territorio bernaldese: FuocArrubbat , 2007 , scritto e diretto da Giuseppe M. Albano e Vincenzo Forcillo, Nelle scarpe di mio padre , 2008 , scritto e diretto da Michele Russo, 319, 2008, scritto e diretto dai fratelli Puntillo e Una vita normale, 2009, scritto e diretto da Berardo Lella.
Il primo ? interamente girato in lingua bernaldese ed ha vinto anche diversi premi nazionali, il secondo narra la storia della famiglia di Francis Ford Coppola, il terzo ? un trip onirico girato interamente nella strade lucane e l?ultimo in ordine di tempo ? una storia giovanile, girata anch?essa tra Bernalda e Metaponto.
Quest?ultimo, in particolare, presenta due aspetti rilevanti: innanzitutto il fatto che sia nato da un?associazione culturale del posto, e poi, cosa ancor pi? importante, ? che tutti gli addetti ai lavori, dagli attori ai cameraman, dalle comparse al registra, non sono esperti cinematografi, ma sono ragazzi normali, con vite normali, che fanno un lavoro normale.
Nato il film (in cui, con mio rammarico, non ho visto minimamente l?aiuto dell?amministrazione locale), nasce l?idea, e nasce soprattutto il percorso che poi lo potrebbe portare a vincere qualche premio e di conseguenza ad avere visibilit? anche oltre la Basilicata.
E? questo il punto focale: la cultura crea il prodotto, il quale diventa noto, e conseguentemente crea ricchezza.
Il regista di questo film ha una storia alle spalle come tanti meridionali, emigrati prima al nord e poi caparbiamente ritornati al Sud, non solo fisicamente ma soprattutto con la mente e con le idee, e da questo nuovo entusiasmo ? nato il suo primo film.
L?idea geniale nasce principalmente da quella voglia di emergere che ? insita in tanti ma che spesso non riesce a trovare una ?via di fuga?; lo sviluppo della cultura, in questo caso, pu? far s? che emergano non solo le idee, ma anche la capacit? economica di un?intera societ?.
Ed ? quello che ha fatto Lella, con pochi mezzi, con pochi soldi e senza alcun aiuto, ha dato vita alla sua idea, che ben presto presenter? a molti festival.
Vi dico la verit?, io l?ho visto e, nonostante gli scarsi mezzi per girarlo, ha una storia geniale che alla fine commuove e fa pensare.
In questo caso si pu? affermare con certezza che la cultura ha tentato di emergere ed ha vinto, e di sicuro questa volta sar? a lungo termine.


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