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dalla pi? screditata autorit? pubblica di uno stato di diritto...

A Terzigno, con metodi coloniali

di Erri de Luca (da Facebook)
domenica 24 ottobre 2010
Si ordina l’apertura della pi? grande discarica di rifiuti in Europa nel parco Vesuviano, in zona gi? gravata da uguale servit?. L’ atto non ? firmato dal comando di piazza di una truppa di occupazione straniera, ma dalla pi? screditata autorit? pubblica di uno stato di diritto. Fraintesa la nozione di stato sovrano, ritiene di poter ridurre dei cittadini a sudditi di un impero d’oltremare.
Dopo promesse affidate alla durata delle cronache del giorno dopo, e alla misericordia del vento, l’ autorit? si ripresenta su piazza affidando al suo luogotenente il pacchettino di soluzioni da quattro e quattr’otto. Evidente la sproporzione tra i due termini: le ragioni di una rivolta per legittima difesa e l’incaricato dell’ affare. Un protettore civile deve proteggere con metodi civili: ha invece praticato sul posto l’invio di truppe e metodi militari. Stavolta non bastano pi?, nemmeno se richiamano effettivi dall’ Afganistan smonteranno la vera protezione civile decisa dai cittadini di Terzigno e di altri comuni. ? interamente loro il diritto a proteggersi da comunit? civile contro la discarica sub?ta e quella gigantesca e prossima. Gi? la prima ? da sanare. ? certo che produce danni fisici. Non solo a Terzigno, ? gran parte del sistema di trattamento dei rifiuti a produrre le micidiali nanoparticelle. Si nega ufficialmente l’evidenza, perch? non si adoperano, intenzionalmente, rilevazioni adatte a intercettarle. Sta di fatto che nel raggio di discariche e impianti di smaltimento si concentrano leucemie, neoplasie e altre maledizioni. Contro questa evidenza statistica e scientifica si compatta la barriera dell’omert? ufficiale, pi? serrata di quella mafiosa. ? la dannata contropartita dell’ economia dell’abbondanza: la nuova peste, prodotta dagli scarti mal trattati, che produce bubboni dentro anzich? in superficie. Questa unit? di grandezza del malanno ? al di fuori della portata di un vicer? di gi? provata approssimazione.

Si fa gran caso e grancassa intorno ai pericoli della criminalit? comune, si gonfiano a mongolfiera modesti episodi di cronaca nera. Si istiga un bisogno artificiale di maggior sicurezza. In questo modo si distrae e si dirotta allarme dalla nuova peste, negata e nascosta, che invece comporta la pi? rovinosa aggressione alla incolumit? pubblica.

A Terzigno come gi? in Val di Susa, una comunit?, tutta e intera, si batte per il diritto non trattabile alla vita, alla salute, all’aria, almeno quella pulita. Niente significa la promessa, con l’ aiuto del vento, di liberare il naso da umori nauseanti: resta ammorbata l’ aria intorno a una discarica, pure se sa di prosciutto e fichi.

Terzigno si batte all’unanimit? di vite, et? mestieri differenti ricorrendo all’ estrema risorsa di opposizione, dopo averle sperimentate invano tutte: la rivolta. Non cederanno,anzi. Sono arrivati all’ultimo gradino della penitenza, da l? si ? schiacciati o si vince. Chiamano "Rotonda della Resistenza" lo svincolo che smista vie a Boscoreale. Condivido e aggiungo : No pasar?n. Non passer? l’autorit? che chiama emergenza l’ effetto della sua incompetenza. Non passer? l’ arbitrio di degradare una comunit? a lazzaretto. Non passer? nessuna misura imposta con la forza, che ormai non ? giusto definire pubblica. E’ di parte e di una parte che ha torto. Parte lesa ? Terzigno che ha preso in mano il suo destino e non se lo fa pi? spupazzare. Magnifica ? gi? stata la loro pubblica respinta di indennizzi e compensi. " I figli non si pagano", dice Filumena Marturano. Cos? dice pure Terzigno.

A Napoli intanto cresce la temperatura a dispetto dell’autunno inoltrato. Appartengo per nascita a quella gente accampata sotto un vulcano attivo. Conosciamo lunghissime pazienze e fuochi spenti. Ma quando arriva al bordo la colata di collera, la citt? si ritrova densa e compatta come lava. Nessun sismografo l’ avverte quando ? pronta e allora guai a chi tocca.


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