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L’inchiesta/3

Il partito del Sud nel fortino leghista

di Gigi Di Fiore - da Il Mattino del 14.10.2010
venerdì 15 ottobre 2010
TREVISO (14 ottobre) - ?Fuori i terroni, Roma ladrona, padroni a casa nostra, basta stranieri?. Poker di slogan che danno sostanza ai voti leghisti. Paolo Feltrin, autore di uno studio sulle ultime elezioni, ragiona sul Veneto in camicia verde.

E spiega: ?Nessun altro partito come la Lega ? riuscito a sintetizzare alcune questioni chiave del sentire pi? diffuso da queste parti?. Eccola, Treviso: ordinata, giovane, pulita. La gente tira tardi nelle osterie e nei ristoranti, senza alcuna preoccupazione di fare brutti incontri. Qui, a giugno hanno votato Lega il 48,5 per cento degli elettori, in questa provincia sono del Carroccio 53 sindaci su 95.

E qui, pi? che nelle altre aree del nord Italia, il partito di Bossi affonda radici in una concreta eredit? storica. ?Ci sentiamo figli della repubblica di Venezia e non possiamo mica festeggiare i 150 anni di unit? d?Italia - dice Mauro Michielon, per tre volte parlamentare e oggi assessore alle politiche sociali a Treviso - Il Veneto fu annesso solo nel 1866, saremmo in anticipo di 5 anni?. Ironizza. Ma tra i leghisti veneti la passione per le riletture del Risorgimento ? diffusa. Luca Zaia, il plurivotato presidente della Regione, dice che nella sua famiglia sono ?tutti figli della Serenissima?. E aggiunge: ?La mia famiglia ? venetissima, fiera delle sue radici?.

A guardare i consensi di Zaia, impallidiscono le storie sui voti alla Dc di Gava a Napoli. Altro che mister centomila preferenze, altro che Alfredo Vito: il governatore del Veneto ottenne oltre 240mila voti, quando 8 anni fa fece il bis alla guida della Provincia trevigiana. ? tanto forte Zaia, che pu? dire qualsiasi cosa senza trovare oppositori che gli tengano testa. E ribadisce: ?A leggere i bilanci ampiamente deficitari delle amministrazioni del Mezzogiorno, si capisce che l?unica speranza per il Meridione ? un futuro in cui non abbia, come ora, bisogno di chiedere sempre aiuto agli altri?.

L?idea dei meridionali sanguisughe trova molti consensi da queste parti. Vi insiste anche Leonardo Muraro di Mogliano Veneto, presidente della Provincia dal 2005, perito industriale e dipendente dell?Enel. Per lui, la crisi di lavoro si risolve dando lavoro solo ai trevigiani in una sorta di corsia preferenziale che escluda chi ?viene da fuori?. E spiega: ?Sosteniamo il Meridione da oltre 40 anni, ora ognuno deve contare sulle proprie forze smettendo di trascinare nel baratro le nostre realt? lavorative?.

S?, ? il ?cuor di Veneto? che teorizza il giornalista Stefano Lorenzotto, spiegando che ?non ? l?Italia, ma il Veneto una repubblica fondata sul lavoro e se non si capisce questo non si capisce nulla di noi?. Le capacit? e il successo da queste parti si misurano in una qualsiasi attivit? economica, anche piccola, in grado di dar lavoro e pane a pi? famiglie. Dirsi imprenditori gratifica pi? di un posto fisso. Spiega Michielon: ?? la principale differenza tra noi e i meridionali. Nessuno cambierebbe una scrivania con una piccola azienda da lui creata. Guardi il rapporto con il politico: ? diretto, senza sudditanza?.

Michielon racconta di aver ricevuto oltre 200 persone, ascoltando i loro problemi. La principale richiesta? Anche qui ? ?l?aiuto per un lavoro?. Ma ?non un posto fisso?, precisa. Non meraviglia: ? crisi anche qui, nel ricco nord-est. E si fa sentire. Appena due settimane fa, il governatore Zaia cacci? fuori un dato allarmante: 75mila posti di lavoro persi in Veneto negli ultimi mesi. Nella provincia dove l?allora sindaco Giancarlo Gentilini, oggi vice sindaco, teorizz? il ritorno alla pura ?razza Piave?, c?? una presenza del 10 per cento di immigrati residenti. Molti lavorano aziende venete.

?Nel pubblico impiego, invece, sono quasi tutti del sud - spiega l?assessore Michielon - Qui i poliziotti vengono tutti dal Meridione?. ? pugliese d?origine anche Giovanni D?Aprile. Vive a Castelfranco ed ha fondato, con altri cento residenti nativi del sud, un Partito dei meridionali. Spiega: ?Siamo dipendenti pubblici, ma anche imprenditori. Tutti abbiamo dovuto lasciare il sud per trovare lavoro. Siamo federalisti come la Lega e vogliamo pi? sicurezza?. Alla trattoria ?Bassanello? si riunirono i primi leghisti trevigiani. Erano quattro gatti, con loro c?era l?attuale sindaco Gian Paolo Gobbo . Da dirigente provinciale ? alle prese con scandali che investono i leghisti. E su queste vicende commenta: ?Decider? sulle sospensioni. Da noi nessuno deve avere bisogno del partito per affermarsi?.

Dal Veneto, come dal sud, in tanti emigrarono all?estero, dopo l?unit?. Lo fece anche il nonno di Luca Zaia e lui ne va fiero. ?Se in Italia tutti conoscessero la vera storia, anche al sud nascerebbe una Lega?, sentenzia Michelion.

(3 - continua)


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