Da: La Repubblica
Squitieri racconta il brigantaggio nell'Italia post unitaria
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Il caporale garibaldino Carmine Crocco (Enrico Lo Verso) torna al suo paese e scopre che nulla è cambiato: la classe dominante è rimasta in sella, prepotente piú di prima, e il nuovo potere sabaudo infierisce sulla povera gente quanto quello borbonico. Nuovo Robin Hood, si dà alla macchia con un gruppo di briganti per restaurare il Borbone. I contadini sono con lui. Inizialmente Carmine riesce a trionfare sull'esercito piemontese, mentre il generale Cialdini attua una brutale repressione sulla popolazione civile. Ma il tradimento è vicino; isolato, il generoso e leale capopopolo andrà incontro alla inevitabile rovina. Con Briganti!, Pasquale Squitieri si è lanciato in un tentativo di cinema epico che contamina diversi repertori: la saga di Emiliano Zapata, la revisione della nostra storia ufficiale (vedi "Bronte" di Florestano Vancini), uno spruzzo di "Gattopardo", lo stile di ripresa dello spaghetti-western. Per l'occasione ha riunito un cast di volti famigliari, da Claudia Cardinale nella parte di una levatrice un po' strega a Franco Nero in quella di un onesto carabiniere; da Giorgio Albertazzi con la tonaca di un alto prelato a Remo Girone prete dei poveri, a Carlo Croccolo in una caratterizzazione di informatore voltagabbana. C'è anche la brigantessa bella e pasionaria (Roberta Armani) innamorata dell'eroe. Quel che manca al film, sfortunatamente, è proprio il respiro dell'epica. Malgrado i mezzi abbastanza larghi e l'abbondanza delle comparse, piani ravvicinati e primi piani predominano sulle inquadrature "larghe", soffocandole. Briganti! non ci risparmia neppure una dose di scene al rallentatore: a rischio, almeno in un caso (la strage degli innocenti fucilati per rappresaglia), di figurare in una futura antologia del kitsch. (6 giugno 1999) |